Di Antonio Conte si è sempre detto che è uno con la vittoria scritta direttamente nel DNA, l’allenatore della Juventus ha sempre avuto quell’obbiettivo in testa, quando era giocatore e ancora di più oggi che siede in panchina. A 44 anni, dopo tanti successi, non è ancora appagato e guarda già al prossimo trionfo, ancora prima dei trofei è però interessato alla crescita, nella sua squadra non vuole mai che ci sia appagamento, e lo ripete a chiare lettere anche da San Francisco, nel giorno del suo compleanno e della sfida contro l’Everton dalla quale si aspetta segnali importanti dai suoi ragazzi:

Ho trovato il primo gruppo che ha iniziato il ritiro in Valle d’Aosta molto preparato nonostante i 50 giorni di vacanza, questo mi ha confermato di avere a che fare con grandi professionisti. Ora sono arrivati i Nazionali che hanno riposato meno, ma ho ricordato loro che, avendo vinto lo scudetto con tre giornate di anticipo avevamo staccato prima la spina. Mi aspetto molto da chi ha fatto la storia della Juve in questi due anni e sarò feroce nel ricordare loro che dovranno trascinare i nuovi arrivati.

Saranno proprio i volti nuovi i protagonisti della partita che in Italia andrà in onda all’alba, visto che i nazionali ancora non hanno una preparazione tale per poter disputare una gara di novanta minuti. Ma quella di stasera sarà solo un’amichevole, contro un avversario di livello, ma pur sempre da archiviare nella categoria “calcio d’estate”. Conte pensa alla stagione che sta per cominciare, la più difficile a suo modo di vedere, ma ci saremmo stupiti se avesse detto il contrario. Dal 2013/2014 si aspetta un ulteriore crescita da parte della sua squadra, in linea con quanto fatto vedere negli ultimi due anni, a dispetto di chi spesso afferma che la Juve vince perché spende di più delle concorrenti, a tal proposito l’allenatore replica anche a Guardiola:

C’è una differenza tra crescere e vincere. L’Inter che ha vinto il triplete, non è cresciuta, perché dopo quell’anno cos’è successo? Io non posso essere sicuro di vincere in questa stagione, ma sono sicuro che cresceremo, a livello tecnico ed economico. Abbiamo speso molto meno di quasi tutte le altre squadre che ho citato prima e stiamo raggiungendo un equilibrio che nei prossimi anni potrà darci maggiore possibilità di spesa. In questo senso questo è l’anno zero, il più difficile, perché si deve rientrare del denaro speso. In questi tre anni è stato fatto un grande lavoro, perché abbiamo vinto pur contenendo parecchio i costi. Nel primo anno abbiamo centrato lo scudetto con otto giocatori che venivano da due settimi posti consecutivi, inserendo Lichtsteiner, Vucinic, Pirlo a parametro zero e Vidal, pagato nove milioni… Nella mia gestione non ci sono mai state grandi spese. Chi dice il contrario dovrebbe guardare in casa propria, ma a volte si dà fiato alle trombe per mettere le mani avanti o per giustificare dei fallimenti. Guardiola dice che abbiamo tanti soldi? Deve essere rimasto ai tempi del Brescia. E in effetti lui è andato in un club che ha pochi soldi, no…? Meglio che ciascuno guardi in casa propria.

Conte elogia anche le parole di Gigi Buffon, il capitano nei giorni scorsi aveva parlato di “paura” di non vincere, proprio questo sentimento deve spingere tutto il gruppo, deve essere il motore della sua squadra:

Mi fa piacere che il capitano parli così. Questa “paura” deve accompagnarci per tutto l’anno perché ci terrà svegli. Se qualcuno si sentisse appagato non sarebbe in sintonia con la mia filosofia e con quella della società. Proprio dai più esperti devono arrivare questi messaggi. Dobbiamo scongiurare tutti il pericolo della pancia piena: calciatori, staff, società e tifosi. Non possiamo pensare che non si può sempre vincere, perché alla Juve questa dev’essere l’unica ambizione.

Ma la prossima stagione sarà difficile anche perché le dirette concorrenti si sono rinforzate, Milan e Inter per tradizione ambiranno al titolo, ma anche Napoli e Fiorentina vorranno dire la loro alla luce dei colpi di mercato che hanno messo a segno:

I valori stanno cambiando, le squadre sono in evoluzione, si stanno potenziando ed è aumentato il numero delle concorrenti. Ci sono Juventus, Milan e Inter che per storia e tradizione devono puntare a vincere senza se e senza ma. Poi c’è il Napoli, che si è rinforzato con un grande allenatore che ha vinto praticamente tutto e che ha operato acquisti importanti. La Fiorentina, può ambire a vincere, per l’arrivo di Gomez, ma anche per l’acquisto di Rossi. La Lazio ha ampliato l’organico ed è quadrata tatticamente e la Roma sta cercando di reinvestire i soldi ottenuti dalla cessione di Marquinhos. A proposito, complimenti per l’operazione.

Ma il tecnico leccese è soprattutto soddisfatto di quanto ha fatto la società fino ad ora: Tevez, Llorente e Ogbonna lo hanno stupito in positivo. Conte fa capire però che si aspetta ancora qualche acquisto, lo dice chiaramente quando gli chiedono con che modulo si schiererà la sua Juventus quest’anno, se continuerà a insistere sul 3-5-2 o se proporrà un modulo più spregiudicato, si è parlato del 4-3-3 ma anche di un inedito 3-3-4:

Carlos è un ragazzo di eccezionale disponibilità. In questo momento ha le gambe imballate, ma è un piacere vedere mentre si allenano lui, Fernando e Angelo. Si sono inseriti subito tutti nella mentalità di questa squadra. Con il loro arrivo e con l’esplosione di Pogba abbiamo alzato il livello di competitività in tutti i reparti. Era quello che dovevamo fare, perché la Juventus deve pensare in grande. Oggi non ci sono gerarchie. È normale che sui giornali i nuovi arrivati vengano inseriti nella formazione titolare, ma i miei giocatori sanno che gioca chi merita di più. Non ho certo simpatie o antipatie, o meglio: mi sta simpatico chi mi fa vincere… Devono essere ben radicati i nostri principi di gioco che è fatto di possesso, coralità di manovra, organizzazione, equilibrio e aggressività. Tutto questo ci ha permesso di essere protagonisti per due anni di fila e quindi, a di là dei numeri e dei sistemi, i nostri principi devono rimanere ben saldi. Il 3-5-2 attuale al momento mi sembra il vestito migliore. Il primo anno abbiamo fatto anche il 4-3-3, ma in questo momento non ho l’esterno destro, dunque…

Un messaggio nemmeno tanto in codice per la società che comunque fino ad ora si è mostrata molto pronta quando si è trattato di soddisfare le sue richieste. Il discorso si sposta verso il futuro, spesso si è parlato di piccole crisi che potevano portare Conte lontano da Torino, l’allenatore ribadisce la sua idea e cioè che fino a quando la società avrà i suoi stessi stimoli e la sua stessa fame, il matrimonio continuerà:

Semplicemente, io ho un bellissimo rapporto con Andrea e con la società. Mi viene illustrato tutto quello che si può fare, nel bene e nel male. Preferisco essere parte integrante delle decisioni che devono essere prese. Penso che il contratto vada bene così, avrò ancora un altro anno. Come ho detto sempre, io alla Juve mi sento a casa. Se avrò stimoli andrò avanti, se invece capirò che mancano…

In chiusura l’allenatore campione d’Italia manda una frecciatina alla Lega e alla Lazio, facendo capire di non aver gradito minimamente la querelle a proposito della sede della Supercoppa, affida però la replica al campo, unico vero giudice:

Finale a Roma? Non capisco! Altro che stadio della squadra campione d’Italia o campo neutro, noi giochiamo in casa loro! Vabbe’: loro dicono che vogliono vincere la coppa, vediamo chi sarà più bravo.

La cattiveria è quella di sempre, quella che fa andare in brodo di giuggiole gli juventini e fa infuriare i tifosi delle altre squadre. Hanno provato ad addolcirlo i suoi giocatori che hanno registrato il videomessaggio di auguri che vi mostriamo in apertura, dalle parole di Peluso che gli chiede di “passarsi una mano sulla coscienza” per la durezza degli allenamenti, si capisce però che Antonio Conte non ci fa, è proprio così.

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Rassegna stampa 31 luglio 2013: prime pagine di Gazzetta, Corriere e Tuttosport

Cassano senza peli sulla lingua: “Juve la più forte, senza il Parma mi sarei ritirato”