Le ultime due partite del Girone di qualificazione per Brasile 2014 non varranno granché ai fini del risultato, ma l’Italia non vuole steccare contro Armenia e Danimarca: venerdì a Copenhagen, martedì contro i caucasici al San Paolo, per Cesare Prandelli il doppio impegno degli azzurri è molto importante per il ranking Fifa (occhio perché conta nella composizione dei gironi nella fase finale del Mondiale) e per cementare il gruppo che fra otto mesi dovrà quanto meno ben figurare dopo la figuraccia senza eguali nella precedente edizione sudafricana. Per questo le domande dei giornalisti, che oggi hanno incontrato il commissario tecnico a Coverciano, non potevano che convergere sui “giocatori caldi” del momento, ossia Mario Balotelli, convocato nonostante lo sbandierato codice etico che in passato ha “segato” per esempio De Rossi e Osvaldo, e Francesco Totti, in grande forma nonostante l’età e per molti indispensabile per la sua classe e carisma tra i 23 della spedizione brasiliana. Prandelli si arma di pazienza e sincerità e risponde a tutti, a partire dai motivi che hanno portato alla convocazione di Super Mario nonostante le intemperanze alla fine della partita col Napoli:

“Non è che me ne frego del codice etico, i ragazzi hanno capito cos’è. Se per l’ennesima volta dobbiamo spiegarlo, lo facciamo. Quando un giocatore prende la squalifica, non posso punire su una punizione ma se non ci fosse stata l’infrasettimanale (contro il Bologna, ndr), non l’avrei convocato. Non ho mai convocato un giocatore squalificato, non l’ho mai fatto, ditemi voi perché ci sono le polemiche. Ognuno può dire la sua sull’etica, creare ad arte certe polemiche, ma non è un problema mio, ai ragazzi bisogna ricordarlo sempre, magari le considerazioni poi le faremo all’interno dello spogliatoio. Balotelli ha minacciato l’arbitro e ha un comportamento ‘oltre’? Sul caso Balotelli non voglio intervenire nello specifico. L’ho convocato perché il nostro modo di affrontare negli argomenti è guardarci negli occhi e fare un patto tra di noi. Dobbiamo avere una squadra preparata anche psicologicamente. Quando un giocatore ha queste esternazioni è fragile, ma dobbiamo parlare tra di noi e serve un patto tra di noi. Sono stato arrabbiato con Balotelli ma tutti quelli che gli vogliono bene, devono essere arrabbiato con lui. Se sei superficiale, una pacca sulle spalle e avanti… Noi dobbiamo aiutarlo a diventare più equilibrato e lo ripeto, è uno dei giocatori potenzialmente più forti che abbiamo”.

Insomma, in soldoni il tecnico bergamasco non riesce a prescindere dalla classe del milanista: sicuramente gli riserverà l’ennesima strigliata, ma al contempo conta di recuperarlo a livello psicologico e comportamentale quando l’estate prossima condurrà l’attacco in Brasile (e agli Europei scorsi, come contro la Germania, ha dimostrato di saper vincere le partite da solo). Un reparto, quello offensivo, che se da un lato ha la certezza Balotelli, dall’altro ha mille incognite sugli altri possibili interpreti. I nomi si sprecano, da Totti a Cassano, fino a Giuseppe Rossi, che finalmente torna a vestire l’azzurro:

“Totti lo valuterò, come Cassano, un mese prima del Mondiale. Devo tenere in considerazione tante cose ma un Totti così è fantastico. Se fossimo nell’immediato, vicino al Mondiale, lo convocherei, senza dubbi. Se ci ho parlato? No, non ce n’è bisogno. Spero mantenga questa condizione, le priorità per il Mondiale sono legate all’atletismo, voglio dei giocatori che stiano bene e l’aspetto fisico sarà determinante. Cassano? Ieri mi è sembrata, dalle relazioni ma anche da quel che ho visto, una delle migliori gare dei suoi ultimi anni. Giuseppe Rossi? Sta facendo degli straordinari, è una grande cosa che sia con noi ma da qui a dire che sia il favorito per giocare con Balotelli per il Mondiale, è presto”.

Prandelli non promette niente a nessuno in vista di Roma-Napoli che verrà anticipata al venerdì, in altre parole se martedì servirà non si farà scrupoli nello schierare De Rossi o Insigne, così come non conferma e non smentisce tutte le ipotesi sul suo futuro: “Abbiamo parlato in modo trasparente, non ci sono decisioni ufficiali da prendere ora e a marzo rivaluteremo il tutto“. E ci mancherebbe altro: altre due partite ufficiali, poi amichevoli fin da novembre, quindi il sorteggio dei gironi e sei lunghi mesi di attesa. Prandelli ha altro a cui pensare se non al Mondiale in Brasile. Sperando che Balotelli metti almeno parzialmente la testa a posto e Totti continui a sembrare un ragazzino.

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