Ne è passato di tempo da quando Aurelio De Laurentiis si è affacciato nel mondo del calcio rilevando un disastrato Napoli che non riusciva a venir fuori dalle sabbie mobili della Serie C, da quel lontano 2004 i partenopei hanno risalito le gerarchie del calcio italiano fino a diventare una delle più accreditate contendenti alla vittoria del campionato. Ma lo spumeggiante produttore cinematografico non è ancora sazio e sogna la scalata europea per fare degli Azzurri uno dei club più ricchi e potenti d’Europa, fare bene in Champions League è un buon viatico, ma per fare il salto di qualità vero e proprio c’è bisogno anche che sia lo stesso calcio europeo a cambiare e ad evolversi.

Il presidente del Napoli ammette che quando ha fatto il suo ingresso nel mondo del calcio non è che fosse poi così ferrato e infatti, in un’intervista rilasciata ai francesi de L’Équipe: “Quando sono entrato in questo ambiente non conoscevo nemmeno la differenza tra il 4-4-2 e il 4-3-3”. Ma ci ha messo poco a capire i meccanismi che regolano questo sport, grazie anche alle sue indubbie doti imprenditoriali, e ora pensa in grande tanto da pensare di rivoluzionare il calcio europeo. Svela il suo progetto, o sogno se vogliamo, e cioè quello della nascita di un campionato europeo per i club migliori senza troppi giri di parole e si dice fiducioso sulla sua realizzazione:

C’è bisogno di creare un’unica Coppa Europa che coinvolga le prime 5 squadre dei migliori campionati europei. Una competizione che potrà generare 5 miliardi di euro, una rivoluzione. Tutti sembrano essere contenti di guadagnare 40 milioni di euro con la Champions. Io invece ne voglio guadagnare 150, 200. Dobbiamo cambiare le regole. Se l’Uefa non vuole cambiarle, allora si dovrà creare una Lega parallela. Molti presidenti sono d’accordo con me, spero comunque che le cose possano evolvere nei prossimi 2-3 anni. Platini deve sedersi a trattare con i club sulla questione dei diritti tv. Si vendono i diritti esclusivamente alle tv e non ad Internet.

L’idea della superlega non è poi così rivoluzionaria, qualche anno fa i club più ricchi e blasonati si erano riuniti in un’associazione chiamata G14, i loro obbiettivi erano più o meno gli stessi ma alla fine non se n’è fatto niente. Ma non finisce qui, perché De Laurentiis ne ha anche per la Fifa e Sepp Blatter, in particolare il numero uno del Napoli vuole spillare qualche soldo anche all’organismo internazionale colpevole di “sfruttare” i club con i giocatori che vengono convocati nelle varie nazionali:

Blatter e la Fifa fanno i furbi sulle nostre spalle e sui nostri soldi. Bisogna anche cominciare a discutere un indennizzo per i giocatori prestati alle Nazionali. Se il Psg paga Cavani 64 milioni per il suo cartellino, non è che poi lui può andare giocare gratis con l’Uruguay. Se la Nazionale lo vuole, deve pagare un milione di euro per ogni match.

Sembra che De Laurentiis sia a caccia di nuovi metodi per rendere sempre più fruttuoso il suo investimento. Di sicuro il calcio è in grado di generare introiti maggiori rispetto a quelli di oggi, ma se davvero si dovesse arrivare all’attuazione delle idee del patron azzurro siamo sicuri che lo sport che tanto amiamo rimanga lo stesso? Le partite di Champions League ci esaltano, è un piacere vederle, ma credo che ogni appassionato di calcio non saprebbe rinunciare alle trasferte in provincia e alle favole che questo sporto talvolta è in grado di regalare.

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aurelio de laurentiis interviste

ultimo aggiornamento: 24-10-2013


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