A poche ore dalla sfida europea tra Juventus e Fiorentina, in programma stasera alle ore 21 a Torino, La Gazzetta dello Sport propone un’intervista ad Andrea Pirlo, che sarà regolarmente in campo nel mezzo del centrocampo. In essa il 34enne bresciano conferma che a breve rinnoverà il contratto con la società bianconera fino al 2016 (bonus compresi, guadagnerà circa 4 milioni a stagione). Quindi smentisce di avere un rapporto complicato con Antonio Conte, come si era ipotizzato per qualche nervosismo di troppo del calciatore al momento della sostituzione nella gara interna contro il Verona. Anzi lo elogia per “la sua incredibile voglia di incazzarsi sempre per inseguire la perfezione”:

Perché non dovrebbe andare bene? Di screzi avete parlato soprattutto voi, ma io e il mister siamo sempre andati d’accordo. Certo, qualche volta si può discutere, non vedrete mai un giocatore uscire dal campo o stare in panchina con il sorriso sulle labbra. Sono però cose di scarsissimo conto, normalissime nell’ambito di una stagione.

A proposito della stagione, il centrocampista campione del Mondo nel 2006 ammette che per lo scudetto “ora dipende davvero solo da noi”, ma nega che sia stato tutto così semplice:

Dietro, finora, la Roma ha viaggiato su ritmi straordinari, e noi per metterci in questa posizione abbiamo dovuto fare qualcosa di mostruoso. Certo, il livello del campionato non è quello dei tempi d’oro, però posso assicuravi che questa Juve ha fame, ferocia e continuità degne delle grandi del passato. È forse la squadra più organizzata fra quelle in cui ho giocato.

Pirlo assicura che l’Europa League è un obiettivo della squadra anche perché vincerla “ti consente poi di iniziare la prossima stagione con la Supercoppa Europea in palio” e soprattutto perché “vincere aiuta a vincere”. Dopo aver confessato che la squadra che porta nel cuore è il Milan “perché per dieci anni siamo stati praticamente gli stessi compagni”, Pirlo parla del suo impegno con la maglia della Nazionale:

Io non lascerò mai la Nazionale. Mi farei da parte solo se fosse il c.t. a chiedermelo. Per me quella azzurra è “la Maglia”, ho giocato in tutte le rappresentative, dall’Under 15 in poi, vincendo ogni cosa. Non c’è nulla di più bello che rappresentare il proprio Paese. E poi sento di poter ancora giocare a lungo ad alti livelli.

Infine, il commento sul tema sempre attuale dei cori discriminatori, razzisti e offensivi:

Mi piacerebbe una Serie A come la Premier: stadi senza striscioni e gente che va alla partita solo per godere di uno spettacolo. Gioire in caso di vittoria e andare a farsi una bevuta in compagnia in caso di sconfitta.

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ultimo aggiornamento: 13-03-2014


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