Un intreccio tra calcio e politica mette a serio rischio la partecipazione dell’Uruguay ai Mondiali di Brasile 2014. Il presidente Fifa, Joseph Blatter, ha deciso di aprire un’inchiesta sulle dimissioni del numero uno della federcalcio Sebastian Bauzà: si tratta di un atto che sta facendo molto discutere e che sarebbe giunto al termine di un duro braccio di ferro tra lo stesso Bauzà e il presidente del Paese sudamericano, Josè ‘Pepè Mujica. Mujica, che da quando è in carica ha fatto molto parlare di sé per le sue azioni caritatevoli e il suo rifiuto pubblico dei privilegi della politica, avrebbe fatto forti pressioni affinché il presidente della federcalcio uruguagia lasciasse il suo incarica a pochi mesi dai Mondiali di Brasile 2014.

Secondo quanto riferisce oggi il quotidiano ‘El Pais’, la Fifa vuole capire quanto ci sia di credibile nelle esternazioni della Confederazione calcistica sudamericana, che ha reso note le pressioni su Bauzà di un gruppo imprenditoriale molto vicino a Mujica. Ovviamente, le indagini si preannunciano lunghe e difficoltose, ma se venisse accertata l’influenza della politica nella decisione del presidente del “governo del calcio”, per l’Uruguay si prospetterebbe una clamorosa esclusione dalla rassegna mondiale in programma nel prossimo mese di giugno.

Per un periodo di transizione, ovvero fino a quando non sarà fatta chiarezza, la federcalcio uruguayana sarà guidata da cinque presidenti di club: la decisione sarà ufficializzata da un’assemblea della stessa federazione che si terrà nelle prossime ore. Il presidente Mujica è da tempo in rotta con i presidenti dei club, che ha duramente criticato per la mancanza di sicurezza nel calcio del suo Paese: addirittura, il governo ha avanzato l’ipotesi di fermare il calcio pur di riuscire a fermare la violenza e a spezzare il filo che lega strettamente i club e i gruppi di ultras che hanno praticamente in mano gli stadi. Tra i provvedimenti presi da Mujica di recente, anche il ritiro della polizia dai due principali stadi di Montevideo: Penarol (Centenario) e del Nacional (Parque Central). A garantire la sicurezza e il normale svolgimento delle manifestazioni sportive, secondo il presidente, devono essere le squadre, a cui è stato chiesto di fare i nomi dei leader degli ultras, ma fin qui hanno sempre fatto spallucce:

“Sono le due società che devono essere le prime a reagire – dice Mujica – , visto che rappresentano il 90% del nostro calcio. Ogni volta viene chiesta più sicurezza negli stadi, dopo però niente viene rispettato. E per di più è la polizia a finire sotto accusa”.

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ultimo aggiornamento: 01-04-2014


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