È difficile dire qualcosa senza essere criticato, Suarez deve trovare un modo per fermarsi: segua un trattamento per non farlo più“. Chiare e taglienti le parole di Jerome Valcke, il numero due della Fifa, nei confronti dell’attaccante del Liverpool. La Federcalcio dell’Uruguay sembra intenzionata a presentare il ricorso, ma le dichiarazione di uno dei più importanti esponenti del’organo calcistico mondiale suonano quasi come un avvertimento per i dirigenti uruguaiani. Suarez paga inevitabilmente la recidività del gesto, un comportamento che pagherà con nove giornate di squalifica e quattro mesi di stop da ogni competizione di calcio e il divieto a entrare negli stadi nel periodo della squalifica, più una multa di poco più di 100 mila euro.

Suarez in Uruguay accolto come un eroe

La decisione delle Fifa resterà una vergogna eterna. Si sa che gli italiani sono dei provocatori e quel pazzo di Suarez ci è cascato“. Perde la bussola di fronte al Dio pallone anche il presidente della Repubblica dell’Uruguay, José Mujica, apprezzato da molti per le sue scelte politiche (riceve dallo Stato uruguaiano una retribuzione di 12.000 dollari al mese, ma ne dona circa il 90% a favore di organizzazioni non governative e a persone bisognose). Mujica se la prende con il vizio della provocazione degli italiani, ma forse dimentica le origini (italiane) di molti uruguaiani.

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Sarebbe bastata un’ammissione di colpe in un barlume di lucidità, ma a quanto pare nessun uruguaiano di nessun settore vuole ammettere che Suarez ha sbagliato. Durissimo il ct Oscar Washington Tabarez nella conferenza stampa alla vigilia dell’ottavo di finale del suo Uruguay contro la Colombia:

“Sappiamo bene dove sta il potere, ma questo non vuole dire che dobbiamo accettarne l’uso smodato. In questo mondiale abbiamo visto episodi simili trattati con metri di giudizio diversi. Questa decisione è stata presa assecondando l’artiglieria mediatica, ma questo ci renderà ancora più forti per combattere l’ingiustizia. Quello che è successo a Luis ha commosso tutti, ora cercheremo di vincere anche per lui. Hanno toccato la nostra ribellione, quindi dico al popolo uruguayano più che mai, andiamo, andiamo”.

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Nel frattempo i tifosi uruguaiani si sono riversati in massa per accogliere il loro idolo all’aeroporto di Montevideo. Ma l’Adidas, tramite un comunicato inviato alla France Presse, ha annunciato che sospenderà tutte le campagne pubblicitarie che vedono protagonista il centravanti fino al termine del Mondiale, quando valuterà se rescindere il contratto di sponsorizzazione. Ecco il testo della lettera: “Non possiamo tollerare il suo comportamento. Il suo atteggiamento non corrisponde minimamente agli ideali sportivi che cerchiamo di diffondere”.

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