Le dichiarazioni rilasciate da Andrea Agnelli nel corso di un incontro sul futuro del calcio italiano in Triennale a Milano sono destinate a sollevare molte polemiche. Il presidente della Juventus ha affrontato vari temi, si è dilungato molto sulla situazione del movimento calcistico nel nostro paese in Europa, ha parlato dei bianconeri di oggi e di ieri, leggi Del Piero. Ma sarà una frase a proposito di Luciano Moggi quella che farà discutere di più, intanto la prima replica è arrivata proprio dal diretto interessato, dalle sue parole è emerso un certo stupore.

Agnelli ha risposto ad una domanda provocante postagli da Simon Kuper, giornalista del Financial Times, il quale voleva sapere se la società avrebbe mai invitato Moggi allo Stadium nonostante i fatti di Calciopoli. Il presidente bianconero senza esitare ha affermato che l’ex direttore generale è stato “perdonato”, allo stesso tempo ha lanciato l’ennesima frecciatina all’Inter:

Luciano Moggi rappresenta una parte importante della storia della Juve: noi siamo il paese del cattolicesimo e del perdono, si può anche perdonare, no? In una cerchia di 20 società c’era un modo di comportarsi che è emerso dagli atti. Lo juventino non può essere l’unico a pagare se tutti si sono comportati allo stesso modo. “Se sono stato l’unico a sbagliare è giusto pagare” deve pensare lo juventino. Ma chi si è comportato allo stesso modo non può uscire con uno scudetto in tasca. Non ci si può dimenticare di questo. A Napoli ci sono due procedimenti penali che stanno arrivando alla fine e le carte dei tribunali danno l’idea di quello che si può fare. Poi ci saranno la Cassazione eccetera eccetera. A quel punto potremo prendere una prima decisione definitiva su cosa fare in base all’iter processuale. Non ha senso parlare di prescrizione se emergono fatti nuovi. In quella stanza ci sono 20 società, non 7 miliardi.

Moggi: “Niente da farmi perdonare”

Se Agnelli ritiene di dover perdonare Moggi, allora è abbastanza scontato pensare che il presidente della Juventus sia dell’idea che l’ex dg abbia qualche colpa da farsi perdonare. Qualcosa non torna, soprattutto se si pensa alle tante battaglie che il club torinese sta combattendo in varie sedi. Allo stesso modo non è corretto far passare il concetto del “se lo facevano tutti allora è meno grave”. La dichiarazione deve aver spiazzato anche Luciano Moggi che, raggiunto da Tuttomercatoweb.com, ha risposto quasi in tempo reale, ringraziando Agnelli per la sua bontà ma rispedendo al mittente la grazia ricevuta:

Ringrazio il presidente per le parole positive che ha espresso nei miei confronti anche se non ho niente da farmi perdonare. Andrea è stato vicino alla Juventus nei dodici anni che sono stato nel club bianconero perché era sempre con suo padre e quindi sa molto bene quello che è stato il mio lavoro.

Del Piero, futuro ancora lontano dalla Juve?

E polemiche potrebbero scaturire anche sulle parole spese per Alessandro Del Piero. Dalle sue dichiarazioni pare infatti che difficilmente ci sarà spazio per Pinturicchio nella società bianconera, tanto che Agnelli lo ha di fatto candidato per qualche ruolo più istituzionale nell’ambito del calcio italiano:

Del Piero? Non so se tornerà. Se tu hai giocato bene a calcio non è detto che tu sappia e che ti senta di svolgere un ruolo manageriale. Sicuramente Del Piero però potrebbe essere una figura giusta per guidare le istituzioni calcistiche.

Per finire ha ribadito la poca simpatia per Tavecchio, ma quella era cosa nota. Dice che risponderebbe al telefono in caso di chiamata del numero uno della FIGC ma avrebbe preferito una soluzione diversa. Poi rincara la dose quando, facendo riferimento all’ormai noto caso Opti Pobà, dice c’è l’Italia “ha un senso etico molto basso” e che questo genere di gaffe non creano nel nostro paese più di tanta indignazione.

Parlando di calcio, elogia il modello della Premier, un po’ meno quello spagnolo. Ma anche in Italia c’è qualche realtà che sta lavorando bene, oltre alla Juve, per la quale continuerà a lavorare duro per riportarla nell’elite del calcio europeo, in tal senso vanno viste le permanenze a Torino delle due stelle Vidal e Pogba:

La Premier è un modello straordinario. La Liga un’anomalia. L’Italia è in difficoltà, ma ci sono opportunità. Oggi la Serie A non è una destinazione finale, ma una lega di transito. Mi piacerebbe che in futuro le italiane performassero meglio in Europa League. Una realtà piccola, ma anche una piccola eccellenza, è il Sassuolo. E pure l’Udinese fa bene.
La Juve? Lo scorso anno si diceva che sarebbero andati via sia Vidal sia Pogba e invece sono qui da noi. La volontà nostra è quella di costruire una squadra nella quale Pogba e Vidal siano importanti. Due anni fa nessuno conosceva Pogba e adesso abbiamo preso Coman che sta facendo bene.

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ultimo aggiornamento: 21-11-2014


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