A Franco Vazquez nessuno ha mai regalato nulla: nato a Tanti ma cresciuto a Villa Carlos Paz, nel centro dell’Argentina in provincia di Cordoba, il lungagnone che ora sta deliziando Palermo ha sempre faticato per emergere, forse per via di quel suo carattere un po’ schivo, almeno in campo, che gli ha fatto guadagnare il soprannome di El Mudo, cioè il Muto. Il pallone lo ha sempre amato, ma non essendo nato a Buenos Aires e dintorni, per emergere ha dovuto fare gli straordinari, aspettando la sua occasione accettando decine e decine di panchina fin dagli inizi; quando passò infatti al Belgrano, squadra proprio di Cordoba, ad appena 16 anni, cominciò un lungo periodo di apprendistato nella serie B argentina, guadagnandosi i galloni di titolare a poco a poco fino a diventare protagonista della promozione in Primera nello storico spareggio del 2011 contro il River Plate (che retrocedé).

Fu nel Belgrano che gli osservatori del Palermo lo adocchiarono, proprio in quel doppio spareggio contro i rinomati Millonairos, così quando cominciò la nuova stagione e Vazquez continuava a far bene anche in massima serie e fu allora che i rosanero lo bloccarono: quattro milioni e mezzo per averlo, nel gennaio del 2012 sbarcò in Italia. Quei sei mesi servirono da ambientamento, l’anno dopo fu mandato in prestito in Spagna al Rayo Vallecano (giocando poco), quindi tornò in Sicilia nell’anno della B: Gattuso non lo inserì neanche in lista così passò il girone d’andata da separato in casa, lo riesumò dalla naftalina Beppe Iachini dalla sosta in poi, risultando decisivo per la promozione in A. La storia di questa stagione è recente: Vazquez incanta con tunnel e dribbling, fa gol e con Paulo Dybala rappresenta una coppia micidiale.

Gioca così bene e con tale naturalezza che sulle sue tracce si sono mosse squadre come Fiorentina e ora Juve, lui si gode le vacanze desideroso di ricominciare a lottare per salvare il Palermo; intervistato da Goal Italia, l’argentino ha spiegato:

“Sto attraversando il mio momento migliore da quando sono arrivato in Europa, penso di essere molto maturato. Inizialmente ho avuto delle difficoltà, giocavo poco. Per questo motivo sono andato al Rayo Vallecano, ma nemmeno lì le cose sono andate per il verso giusto. Tornato a Palermo sono riuscito ad avere continuità nell’ultimo anno e mezzo, adesso le cose vanno bene. Difficoltà tattiche? Il mio tecnico mi chiede anche di difendere, quando perdo palla devo tornare indietro, e questo per le mie caratteristiche mi costa molta fatica. Ma ho anche capito che è necessario per poter fare bene. Però devo dire che Iachini, affidandomi il ruolo di seconda punta, anche se con compiti difensivi, mi ha aiutato molto. E’ lo stesso ruolo che avevo nel Belgrano, e mi permette in questo modo di avere un raggio di gioco molto ampio”.

Il suo contratto col Palermo scadrà fra un anno e mezzo, possibile allora che se continuerà a fare così bene la prossima estate cambierà maglia; ma Vazquez pur non nascondendosi ha le idee chiare circa il presente, al futuro si vedrà:

“Voglio finire bene questa stagione, voglio che il Palermo si salvi, poi si vedrà. E’ chiaro che si sogna sempre di fare cose più grandi, di crescere tanto e fare passi avanti dal punto di vista professionale. Quando sono arrivato in Italia è stato come realizzare un sogno, mi ricordo la prima partita che abbiamo giocato contro il Napoli, c’erano giocatori del calibro di Hamsik e Maggio. E’ chiaro che in futuro mi piacerebbe tornare a Cordoba e giocare nuovamente per la squadra del Belgrano, ma allo stesso tempo non nascondo che sarebbe bello anche poter giocare in una grande squadra di Buenos Aires. Ma sono cose alle quali penserò in futuro, in questo momento c’è da pensare al Palermo”.

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ultimo aggiornamento: 29-12-2014


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