Nella doppia sfida del Girone C di Champions, il Monaco era riuscito a vincere sia all’andata che al ritorno e proprio quei due 1-0 erano valsi ai monegaschi il primato nel loro raggruppamento ai danni del Bayer Leverkusen secondo: a due mesi e qualche giorno dalla fine della prima fase, sia la squadra allenata da Leonardo Jardim che quella agli ordini di Roger Schmidt hanno stupito l’Europa nell’ultimo dei quattro giorni dedicati all’andata degli ottavi di finale, facendo lo scalpo rispettivamente di Arsenal e Atletico Madrid. E così all’indomani del clamoroso successo del Monaco all’Emirates e delle aspirine contro i vice-campionati d’Europa, la stampa continentale ha cominciato a prendere sul serio questi due allenatori che hanno finalmente fatto il salto di qualità: chi da ieri in poi non prenderà più sul serio Jardim e Schmidt?

Arrivato sulla panchina del Monaco l’estate scorsa, Leonardo Jardim ha subito messo le cose in chiaro definendo i suoi obiettivi e va da sé quelli della sua squadra: vincere tutte le partite, giocare bene e valorizzare i giovani. Dopo gli addii di Falcao e Rodriguez e l’avvicendamento con Claudio Ranieri, in molti si chiedevano curiosi cosa avrebbe potuto combinare il 40enne di Madeira (ma nato in Venezuela), reduce da tre annate in ogni modo proficue: prima al Braga, quindi all’Olympiakos Pireo (alla guida dei greci aveva già battuto Wenger in Champions), infine l’anno passato allo Sporting Lisbona. Qualche passaggio a vuoto in campionato (la squadra del principato è quarta), ma quarti di Coppa di Francia e soprattutto splendida forma in Europa, squadra solida senza vere prime donne e soprattutto difesa di ferro (solo due i gol subiti fin qui in giro per il continente).

Contro i Gunners è andato tutto come aveva pianificato alla vigilia: l’ex Wenger aveva forse sottovalutato il potenziale dei francesi che hanno imperversato grazie alla classe cristallina di Moutinho, la velocità di Martial e la concretezza di Kondogbia e Berbatov, con ciliegina sulla torta finale grazie al fulgido talento di Ferreira Carrasco. Retroguardia blindata, concentrazione sulle seconde palle e ripartenze di qualità, cocktail micidiale che ha fatto fare una bruttissima figura ai londinesi, ma Jardim (la cui corsa sul prato dopo il terzo gol ha ricordato quella di Mourinho ai tempi del Porto all’Old Trafford) non si esalta più di tanto a fine gara:

“Sono molto contento del risultato, abbiamo un grande vantaggio per il ritorno. Ora festeggiamo questa vittoria, ma dobbiamo rimanere concentrati per il prossimo match di campionato. Dobbiamo farci trovare sempre pronti, non abbiamo ancora conquistato niente”.

Storia diversa quella di Roger Schmidt, alle soglie dei 48 anni e davvero sulla cresta dell’onda solo in questa stagione; i più preparati di sicuro lo ricordano alle dipendenze di Dietrich Mateschitz, il proprietario della Red Bull che aveva avallato il suo approdo a Salisburgo, ma gli austriaci in Europa si erano persi sempre più sul bello nonostante i gol a raffica di Soriano. Due anni comunque buoni dopo decenni di gavetta prima da calciatore quindi da allenatore (apice il Paderborn, ma mai in Bundesliga), abbastanza per meritarsi la chiama del ds del Bayer Leverkusen Rudi Voeller che lo ha bloccato fin dall’aprile scorso. E alla BayArena il nativo di Kierspe, Westfalia, ha saputo farsi rispettare, anche se in campionato negli ultimi tempi ha accusato un pericoloso calo (c’è chi dice per preparare al meglio la Champions) che ha messo a rischio il quarto posto attualmente occupato dallo Schalke di Di Matteo.

Contro l’Atletico Madrid di Diego Simeone ha reso pan per focaccia alla vecchia volpe argentina: le aspirine l’hanno messa sul fisico, ma anche sul possesso, ma prima regola hanno dominato sulla corsa, ripartendo con tecnica e polmoni anche in quattro, cinque per volta. Folate rosse che i colchoneros hanno davvero faticato a contenere, l’1-0 finale dei tedeschi è apparso addirittura stretto (e il Cholo lo sa bene: “Ci hanno tenuto in vita, sfrutteremo questo regalo al ritorno“) ma forse solo nella forma perché nella sostanza il Bayer ha fatto una figura superlativa. Logico che Schmidt gongolasse ai microfoni dopo il fischio finale:

“Sono soddisfatto di questo risultato, la squadra ha costruito molte occasioni in fase offensiva. Individuiamo questo risultato come una buona base di partenza per raggiungere i quarti di finale. La squadra è stata straordinaria, dimostrando grande maturità e giocando con una mentalità costantemente offensiva. Credo che la vittoria sia meritata”.

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ultimo aggiornamento: 26-02-2015


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