Franco Carraro (nella foto in basso con Galliani e Abete), intervistato da La Repubblica, ha risposto a Luciano Moggi che ieri sempre al quotidiano diretto da Ezio Mauro aveva rivolto all’ex presidente della Figc accusa piuttosto esplicite come quella di far parte della famosa cupola che comandava il calcio italiano all’epoca.

Carraro, classe 1939, tre volte ministro della Repubblica, da sempre dirigente sportivo e, oggi, membro Cio, a proposito ha detto:

Moggi non è stato affettuoso. Eppure io continuo a pensare che lui sia stato un bravo manager. Poi, per carità, ha fatto i suoi errori. (…) Si è compiaciuto troppo del proprio potere, gli piaceva essere riconosciuto come Lucky Luciano; quando andava in giro per Torino e Roma usava la sirena sulla macchina. Di solito le persone che sono costrette a farlo, un po’ si vergognano. A lui invece piaceva.

Secondo Carraro quanto emerso su Calciopoli dopo la sentenza della Cassazione (il reato di associazione per delinquere per cui è stato imputato Moggi è stato prescritto), non lascia spazio a particolari discussioni nel senso che attesta come una cupola effettivamente sia esistita:

Le sentenze dicono di sì e noi dobbiamo stare alle sentenze. Ovviamente anche quando dichiarano prescritto un reato. Bisognerebbe tutti avere l’intelligenza di metterci una pietra sopra.

Nonostante questo però, il punto di vista di Carraro sui due scudetti (uno revocato, uno attribuito all’Inter) in questione, è il seguente:

A differenza di quanto avvenne nel ’98, la Juventus in quei due campionati aveva la squadra più forte e ha vinto sul campo, anche di parecchi punti, e non a causa delle interferenze. Che però ci furono. Ci furono molte cose che non andavano bene.

E nel 1998?

Quello secondo me fu l’unico campionato veramente falsato a favore della Juventus, si ricorda il rigore su Ronaldo?.

Tornando a Calciopoli l’ex presidente Figc ha notato che “ci sono stati dei comportamenti della società che hanno compromesso quel risultato” e ha bollato come inopportuna la richiesta di risarcimenti da parte della Juve perché “patteggiare una pena e poi chiedere i danni è il comportamento schizofrenico di uno che voglia avere la moglie ubriaca e la botte piena”.

Infine sulle sue telefonate intercettate, tirate in ballo ieri dallo stesso Moggi, ecco la spiegazione di Carraro, che ha tenuto a ricordare che “sono stato assolto da ogni accusa: dal gup di Napoli, dal giudice sportivo, dalla magistratura contabile e persino dal Tar del Lazio”:

La mia chiamata per Lazio-Brescia va letta insieme a un’altra telefonata in cui esplicitamente affermavo: “Se il Brescia è più forte, che vinca”. Erano giorni in cui sui giornali si parlava dei danni subiti dalla Lazio e volevo difendere la Federazione dai sospetti… Lo stesso per Inter-Juve. La mia chiamata era solo il gesto di un presidente federale che sa benissimo che, in quel momento, non si può permettere una partita in cui vengano fatti favori alla Juve.

Il dirigente, che si è detto dispiaciuto per la relazione di Palazzi su Facchetti in quanto quest’ultimo “era una persona per bene, straordinariamente corretta”, si è detto non pentito di quelle telefonate fatte perché “avevo intravisto un pericolo per la mia federazione e mi ero preso la responsabilità di intervenire”.

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ultimo aggiornamento: 27-03-2015


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