Andrea Agnelli, presidente della Juventus, ha parlato stamane con i giornalisti dalla sala conferenze dello Stadium. È stata l’occasione, per il numero uno del club bianconero, di fare il punto della stagione e del suo primo ciclo alla Vecchia Signora. Nonostante l’ultimo atto, la finale di Champions League, sia stato amaro per la Juve, Agnelli sottolinea come la stagione non si possa non considerare ottima in senso assoluto. Sia dal punto di vista strettamente sportivo, sia finanziario. “E’ stata un’annata straordinaria – ha detto il numero uno di cors Galfer – che ci rende estremamente orgogliosi. La finale di Berlino è un punto di partenza”.

Sottolineando come non si affatto automatico che la Juventus riesca ad arrivare nuovamente in finale a Milano 2016, Agnelli ha voluto fare prima di tutto un plauso al gruppo di lavoro che stanno dietro alle vittorie conseguite dalla Vecchia Signora in queste stagioni e in particolar modo quest’anno. Il pensiero va innanzitutto al DG Beppe Marotta, al diesse Fabio Paratici, al consigliere Pavel Nedved e al tecnico Massimiliano Allegri:

“Un anno che ci rende estremamente orgogliosi. Usciamo con delle sensazioni miste dalla finale di Berlino. Abbiamo giocato per vincere come tutte le partite che disputiamo. Abbiamo il maggior numero di finali perse, ma siamo arrivati per otto volte in finale e questo conta. Quando penso alla storia europea della Juventus, credo che la dimensione sia tornata quella che tutti quanti noi ci auspichiamo La finale di Berlino come punto di partenza. Qualche giorno prima di questa partita – prosegue – abbiamo vinto la decima Coppa Italia e qualche giorno prima avevamo vinto il nostro 33.esimo Scudetto. Da questo punto di vista, questa è stata una stagione straordinaria e ci deve rendere tutti veramente orgogliosi di quello che abbiamo fatto. Siamo partita in realtà quest’anno il 16 luglio da questa stanza presentando l’allenatore, Massimiliano Allegri, e io non posso cominciare che da questo fatto per ringraziare un primo pezzo della società, che è la parte gestita dal direttore Beppe Marotta e che è qui con noi oggi, dal direttore sportivo Fabio Paratici e dal consigliere Pavel Nedved. Allegri ha avuto molto coraggio ad accettare la sfida”.

Tornando per un attimo alla finale di Champions, Agnelli fa un’analisi lucida di quanto avvenuto l’altra sera a Berlino: il presidente non ha nulla da rimproverare alla squadra e all’allenatore:

“Non è la partita dell’altro ieri che ci deve lasciar del rammarico per il risultato che abbiamo ottenuto, – evidenzia – ci sono altre finali se guardo la nostra storia che sarebbero dovute finire in maniera diversa e le aspettative erano diverse: penso alla finale di Manchester, di Atene, di Monaco, quelle sono partite che sicuramente ci lasciano l’amaro in bocca, ma quando penso alla partita con l’Ajax o a quella dell’altro ieri sera, erano partite che non erano così scontate, che si sarebbero potute anche perdere. La prestazione della squadra a Berlino è un ottimo punto di partenza per il futuro, una partita che è seguita ad un percorso importante, le svolte in questa stagione a livello europeo credo siano state la partita di Dortmund e la semifinale col Real Madrid, che ci ha permesso di giocare una partita con il Barcellona a viso aperto, una partita in cui abbiamo subito un gol dopo pochi minuti che avrebbe potuto uccidere qualsiasi altra squadra. Invece la squadra ha reagito, ha pareggiato, ha giocato 20 minuti esaltanti ed è stata una partita che avremmo potuto vincere. Poi ci sono episodi che non sono stati favorevoli e hanno permesso al Barcellona di segnare un gol in contropiede che ha chiuso la partita. Io non posso fare altro che pensare a questo percorso europeo e porlo a tutti noi come punto di partenza per il futuro, un futuro che a livello europeo non deve assolutamente far pensare e ripeto non deve assolutamente far pensare che poiché Milano è vicina ed è comodo arrivarci, noi l’anno prossimo giocheremo sicuramente la finale di Champions League a Milano. Arrivare a giocare una partita come la finale di Champions League è durissimo per tutti, infatti ogni anno le finaliste cambiano”.

In cinque anni di presidenza Agnelli la Juventus ha conseguito 4 scudetti, due supercoppe italiane, una coppa Italia, una semifinale di Europa League e una finale di Champions: risultati sportivi che hanno anche consentito di fare un importante balzo in avanti dal punto di vista del fatturato.

“Del Licensing avete parlato anche voi ultimamente in maniera più decisa, perché un accordo è stato stretto con un altro nome rilevante del mondo dello sport, che è la VR46, la società di Valentino Rossi, quindi questo ha attirato sicuramente molta più attenzione. Ma non sono solo i grandi nomi che fanno la differenza – prosegue Agnelli – , ma sono le attività che Francesco e il suo gruppo mettono al servizio della società quotidianamente, che ha permesso alla società di fare veramente un salto di qualità, se pensiamo a quello che è stato il fatturato della Juventus nel 2010/11, ovvero al primo anno della mia gestione, abbiamo sostanzialmente raddoppiato il fatturato per arrivare a 315 milioni l’anno scorso. Questi sono i dati reali, in quanto tengono in considerazione anche le plusvalenze generate. Qui mi consento una piccola divagazione. Intanto dissento dall’interpretazione della Deloitte, anche se sostanzialmente come metodologia la condivido. Se guardo alla storia della Juventus, anno su anno, circa 15 milioni di plusvalenze sono generate anno su anno e fanno parte dei ricavi ricorrenti, quindi da questo punto di vista nella nostra gestione interna quel tipo di risultato è il tipo di risultato che ci attendiamo anno su anno, quindi per me quelli sono risultati ricorrenti. Dall’altro è vero che una cessione eccellente porterebbe a quello che sarebbe un dato drogato. L’anno scorso ci siamo spostati non moltissimo, quindi ritengo che sia più giusto valutare il fatturato nel suo insieme, quindi arriviamo a 315 milioni. Quest’anno i risultati verranno pubblicati a settembre – sottolinea – e in questo momento essendo quotati non posso far altro che riportarvi a quello che pubblichiamo al termine di ogni consiglio. Però essere arrivati al termine della stagione 13-14, al risultato di 315 milioni di fatturato, è un risultato che ci mette in una situazione di poter affrontare le grandi potenze europee sul campo. A quel punto entra in gioco, e torniamo alla capacità del direttore e dei suoi collaboratori, di saper gestire bene quella che ho sempre chiamato la potenza di fuoco”.

Rispondendo infine alle domande dei giornalisti, Agnelli ha ribadito che la battaglia su Calciopoli prosegue, che non ci saranno sulle prossime maglie stelle d’argento per la decima Coppa Italia e che del mercato se ne occupa e se ne occuperà sempre Beppe Marotta. Un modo rapido per dribblare sulle trattative di cui parlano tanto i giornali.

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ultimo aggiornamento: 08-06-2015


Rassegna stampa 8 giugno 2015: prime pagine Gazzetta, Corriere e Tuttosport

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