Maurizio Sarri è quasi pronto per iniziare la sua nuova avventura al Napoli, la prima sulla panchina di una big, dopo una vita spesa a insegnare calcio nella provincia. Il suo ultimo capolavoro con l’Empoli lo ha fatto diventare improvvisamente uno degli allenatori più stimati, e anche corteggiati, della Serie A. Il tecnico napoletano di nascita, ma toscano di origini e adozione, ha raccontato le sue sensazioni nel corso di un suo intervento al Perlamora Festival di Figline Valdarno dov’è stato ospite ieri sera. Ha parlato delle motivazioni che lo hanno portato alle dimissioni dalla panchina empolese, decisione presa in un periodo in cui ha rischiato anche di restare fermo un anno, per colpa di un’altra big del calcio italiano:

Ho anche rischiato di stare fermo, durante una trattativa con la Sampdoria mi arrivarono dei messaggi da una delle squadre più importanti per non farmi firmare, poi il giorno dopo questo grande club ha preso un altro. Mi sono sentito in dovere di dare le dimissioni ad Empoli, nonostante due anni di contratto, perché non potevo poi alla fine tornare lì per non restare fermo.

La squadra importante sembra essere il Milan. Ma il vecchio adagio recita che quando si chiude una porta si apre un portone e questo è successo a Sarri che il giorno dopo riceve una telefonata dal Napoli. Arriva la proposta di De Laurentiis, inizia una trattativa che definisce lunga e complicata. Tutto si è concluso per il meglio e il feeling con il suo nuovo presidente sembra già essere più che buono:

Il giorno dopo è arrivata la proposta di De Laurentiis, trattativa lunga e problematica, durata 7-8 giorni. Lui è un uomo intelligente, è stata una settimana snervante, ma finita bene.

A 56 anni si rimette in gioco, non mancherà l’emozione, ma non sarà diversa da quella di un qualsiasi altro esordio. Ha già iniziato a studiare la sua futura squadra, anche se non ha già visto tutte e 60 le partite della scorsa stagione come raccontato da De Laurentiis. L’obbiettivo sarà quello di divertirsi per divertire, una sorta di filosofia di vita per Sarri:

Lo stato d’animo è lo stesso di quando sono arrivato nelle altre piazze. Non si misura in base all’importanza o al bacino d’utenza, ma in base a quello che provo in quel momento. Come quando mi chiedono che effetto mi ha fatto entrare nei grandi stadi della Serie A, ma è lo stesso di quando entravo negli stadi di C perché in quel momento c’era un’altra storia. Ho visto 25 partite in vacanza, lo faccio sempre quando cambio club. So che sarà un’esperienza bellissima ma molto difficile, le tensioni dei media sono pesanti, ma ce la metterò tutta senza prendere l’esaurimento nervoso. Anche perché se mi diverto io si diverte la squadra ed è questo che alla lunga porta risultati.

Più che la paura, nell’allenatore c’è la curiosità di scoprire come se la caverà sulla sua nuova panchina. È cosciente del fatto che allenare in provincia, come nel caso di Empoli, e diverso rispetto all’allenare in una piazza grande, calda ed esigente. Ma proprio queste differenze sembrano stimolarlo:

Con lo scetticismo combatto da sempre, Napoli è una piazza importante, abituata a nomi internazionali, ma ci ho fatto l’abitudine. È chiaro che Napoli non è Empoli, dove uno può fare l’allenatore con una cultura dei giovani e del settore giovanile, anche farsi seguire dai giocatori che vengono da altre metodologie con stipendi diversi e carriere diverse. Vedremo se il mio modo di allenare sarà idoneo a questa squadra.

Di sicuro sono molto curiosi anche i tifosi del Napoli. Reduci da una stagione non proprio esaltante e dopo aver dato l’addio, nemmeno tanto a malincuore, a Benitez, sono pronti ad accogliere il nuovo allenatore. L’appuntamento è per il prossimo 11 luglio, quando la squadra agli ordini di mister Sarri si radunerà a Dimaro, in Trentino, dove resterà fino al 29 luglio per svolgere la preparazione estiva.

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ultimo aggiornamento: 30-06-2015


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