Keisuke Honda, centrocampista giapponese del Milan, si sente ormai un “senatore” dello spogliatoio rossonero e indica la via per uscire dalla crisi. Dopo sette giornate, il Milan ha collezionato già quattro sconfitte e la zona Champions, obiettivo minimo stagionale, è al momento abbastanza lontana. Sul banco degli imputati è finito soprattutto il tecnico Sinisa Mihajlovic, che a sua volta ha lasciato intendere che la squadra non sia ancora pronta, soprattutto a livello mentale.

Non è d’accordo secondo Honda, secondo cui non ha alcun senso in questo momento dare la colpa alla squadra. Il centrocampista giapponese, ex CSKA Mosca, ha parlato ai media nipponici dal ritiro della propria nazionale ed ha cercato sostanzialmente di confutare la tesi del suo allenatore:

“Mihajlovic dice che il problema è l’approccio mentale dei giocatori? Non capisco, non ha senso dare la colpa ai giocatori. Negli ultimi anni il Milan ha mandato in campo tanti uomini e quest’anno ha speso cento milioni, ci sono tanti nazionali, eppure come mai non riescono a rendere quando arrivano al Milan? Per cambiare questo club occorre cambiare totalmente i criteri di valutazione da parte di tutti: dirigenza, tecnico, tifosi e media. In caso contrario ci vorrebbero almeno 5-10 anni. So che riceverò critiche per queste parole – ammette – , ma sono importanti per il futuro del club”.

Frasi di un certo peso, che non lasceranno di certo insensibile Mihajlovic, uno cui non piace particolarmente che i suoi giocatori parlino più di tanto. Il discorso di Honda, poi, si estendo a livello globale: nel calcio dominato dagli sceicchi, se non puoi competere con loro sul mercato, devi sostanzialmente resettare tutto:

“A giudicare dagli ultimi anni penso sia chiaro che non si possa far ripartire questo club se non investendo tanto denaro come fanno al PSG o al City. O fai così, oppure occorre riesaminare la struttura della società. Dirigenza, allenatore e tifosi devono rendersi conto della situazione”.

Dalle parole del centrocampista giapponese, traspare anche una certo fastidio per via dello scarso impiego delle ultime settimane:

“E’ il mister che decide la formazione, io sono pronto per giocare e dovete chiedere all’allenatore il motivo delle sue scelte. Ammetto che mi piacerebbe sapere le ragioni per cui non vado in campo. Se il Milan continua a giocare come contro il Napoli, sarà difficile tornare in alto. Il modo in cui è scesa in campo la formazione di Sarri dev’essere un esempio. Sono emersi in maniera chiara tutti i nostri problemi, che c’erano anche prima”.

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ultimo aggiornamento: 06-10-2015


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