L’ex proprietario del Milan, Yonghong Li, sarebbe indagato a Milano per l’ipotesi di reato di false comunicazioni sociali. È quanto riferisce il Corriere della Sera proprio nelle ore in cui il club rossonero, ormai passato nelle mani del fondo Elliott, vince il ricorso al Tas di Losanna contro l’Uefa e viene riammesso all’edizione 2018-2019 dell’Europa League.

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Secondo quanto emerge dall’articolo del quotidiano meneghino, l’indagine riguarda solo Yonghong Li e non Silvio Berlusconi: in sostanza, nel mirino dei magistrati milanesi sarebbe finita l’opacità nei comunicati ufficiali, con i quali nel corso del tempo l’imprenditore cinese aveva dichiarato di poter far fronte agli impegni finanziari richiesti, puntualmente poi disattesi.

La Procura di Milano continua comunque ad acquisire documenti tra la sede del Milan e i consulenti che hanno lavorato all’operazione che ha portato il glorioso club nelle mani di un imprenditore cinese che non si è rivelato affidabile. Le domande che si pongono i magistrati sono: come mai Yonghong Li, dopo aver investito 698 milioni ha perso il club milanese per “soli” 32 milioni? E poi, perché non ha accettato le proposte che gli sarebbero giunte negli ultimi tempi per cedere la società?

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ultimo aggiornamento: 20-07-2018


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