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Il punto sulla Serie B: top e flop del campionato dopo 6 giornate

Un settimo di campionato cadetto è andato in archivio, 540 minuti che forniscono un primo quadro di questa seconda serie come al solito imprevedibile e tutto sommato spettacolare. Neanche a dirlo, non sono mancate le sorprese e chissà che alcune squadre che hanno cominciato al meglio la stagione non possano continuare sull’onda dell’entusiasmo, così come alcuni protagonisti non proprio attesi alla vigilia; di contro urge la necessità per alcune compagini di invertire necessariamente il trend per coltivare ambizioni che in estate erano vere e proprie dichiarazioni di intenti. Ma vediamo nel dettagli i top e i flop dei primi sei turni di Serie B 2014/2015.

Le squadre top

Perugia

Neopromosso con voglia di rivivere i fasti neanche poi così lontani, il sodalizio umbro ha stravolto la squadra e fino ad ora le scelte stanno dando loro ragione: tanti uomini di esperienza in rosa, al timone il tecnico della promozione Andrea Camplone. Al comando della classifica, unica squadra imbattuta per altro con la miglior difesa, il Grifone può tra l’altro contare su un Curi straripante di passione, oltre che sui gol di Falcinelli e l’esperienza di Taddei. Potrebbe restare ai piani alti della classifica per tutta la stagione.

Avellino

Tanto cuore e voglia di sacrificarsi, i lupi dell’Irpinia incarnano lo spirito del loro allenatore, quel Massimo Rastelli amatissimo al Partenio e già da giocatore infaticabile attaccante ovunque abbia giocato; i verdi hanno perso alcune pedine fondamentali rispetto all’anno scorso (come Izzo e Zappacosta, solo per citarne due), non la tempra dei tempi belli meritandosi un secondo posto sudato fino all’ultimo punto: buona difesa, attacco cinico e un anno in più di esperienza in seconda serie.

Frosinone

I ciociari sono tornati in B meritatamente dopo aver sudato negli scorsi play-off del Girone B di Prima Divisione e hanno continuato sulla stessa lunghezza d’onda dell’anno passato: tutti italiani tranne i frusinati adottati Zappino e Gucher (brasiliano e austriaco), hanno continuato ad affidarsi a mister Stellone e per i gol hanno chiesto una mano al solito Ciofani (il fratello gioca in difesa). Ottimo avvio con vittoria roboante a Lanciano e all’esordio col Brescia, pareggi non banali e una sola sconfitta abbastanza casuale a La Spezia (gara finita in 9 uomini).

Le squadre flop

Bari

Nuova proprietà, nuovo allenatore, ottima campagna acquisti e anche un nuovo logo: i galletti di Paparesta, con alle spalle i famosi (quanto ignoti) russi, non hanno fin qui atteso le aspettative. Di fatto i pugliesi giocavano meglio l’anno scorso con Alberti, mister Mangia fatica a trovare la quadratura del cerchio nonostante fosse partito alla grande vincendo a Chiavari. Il ko di Vicenza ha certificato una cosa: non sarà facile fare un campionato di vertice, anche se ci sono tutti i mezzi e il tempo per assestarsi.

Latina

Dopo la cavalcata di dodici mesi fa, la società pontina non si è nascosta: ai nastri di partenza ha dichiarato di puntare alla Serie A, pur senza il condottiero Breda che a fine stagione aveva levato le tende. Mercato faraonico sfruttando il blocco Siena svincolato, con tanto di Beretta in panchina, da cinque turni i nerazzurri non vincono mostrando qualche difficoltà di troppo in zona gol; anche in questo caso urge pazienza, la bontà del progetto non è ancora in discussione, ma al Francioni i tifosi stanno ritornando sulla terra.

Pescara

Molti addetti ai lavori si aspettavano un’annata meno ondivaga di quella passata: nonostante l’ambizione di patron Sebastiani e un trainer come Baroni ottimo in sella ai corregionali del Lanciano, gli adriatici sono partiti troppo male per essere veri. Un disastro senza se e senza me, l’unica compagine a non aver ancora vinto e un ultimo posto che fa deprimere i tifosi pescaresi: la seconda panchina di B a cambiare padrone (dopo quella del Catania) potrebbe essere proprio quella del Delfino.

I bomber “caldi”

Alberto Cerri era bravissimo tra i pari età, a 18 anni sta dimostrando di essere davvero un attaccante molto forte anche nei difficili campi di cadetteria: già 4 gol con la maglia del Lanciano, il puntero scuola Parma potrebbe fare la fortuna dei ducali nel prossimo futuro.

Gigi Castaldo è come il vino buono, più invecchia più diventa pregiato: bomber di razza come pochi, sta trascinando a suon di gol l’Avellino alla non più tenera età di 32 anni con 4 centri in 6 gare (l’anno scorso si fermò a quota 11).

Antonino Ragusa è forse pronto da tempo per la Serie A, figurarsi per una squadra con l’obiettivo di salvarsi in B: da quando è arrivato al Vicenza ha cambiato la sorte dei berici regalando ai biancorossi 4 punti con i suoi 3 gol.

I bomber “freddi”

Andrea Caracciolo ha cominciato come peggio non poteva la sua ennesima stagione al Brescia: va bene che la carta d’identità ora dice che ha 33 anni, ma 35 gol in due stagioni facevano sperare in qualcosa di più i tifosi delle Rondinelle; e invece niente, l’Airone è ancora a secco.

Michele Paolucci ormai ha perso il treno del grande calcio forse anche a causa del suo carattere e della sua discontinuità: l’anno passato però pareva che a Latina avesse trovato la sua dimensione e anche una certa tranquillità; dopo cinque partite non ha ancora però ancora messo a referto il suo nome sul tabellino dei marcatori, ma a sua discolpa va il basso minutaggio concessogli dal mister.

Matteo Ardemagni al Modena faceva sfaceli appena due stagioni fa, quindi la parentesi Chievo e Carpi, ora punta su di lui lo Spezia (sempre via Atalanta): il 27enne centravanti lombardo pare però spuntato oltre ogni limite.

Gli allenatori “in” e “out”

Fabrizio Castori non andava così forte alla guida di una squadra dai tempi di Cesena (quasi dieci anni fa): il vulcanico trainer marchigiano si sta rilanciando a sorpresa a Carpi, squadra orfana di Sgrigna e dal già citato Ardemagni, ma che corre forte (peccato per l’ultima battuta d’arresto contro la Virtus Entella, la prima stagionale) e che sogna di ripetere l’exploit del Sassuolo.

Massimo Drago non sa che pesci pigliare: il suo Crotone l’anno scorso era una delle realtà più fresche e solide del campionato, quest’anno sembra irriconoscibile e allo Scida balbetta come mai. Forse questione di stimoli dopo tanti anni ad allenare i pitagorici, anche se il suo essere un crotonese doc dovrebbe spronarlo a cercare in tutti i modi di uscire da questa situazione.



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