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Serie A

Inter, Javier Zanetti elogia Conte alla vigilia della sfida: “Avversario leale, la Juve ha il suo carattere”

Il tempo è quasi scaduto, mancano ormai poco più di 24 ore al derby d’Italia, una partita che nonostante le differenze di classifica e di obbiettivi non perde il suo fascino e il suo valore per giocatori e tifosi. Lo sa bene Javier Zanetti, il capitano dell’Inter che fra qualche mese compirà 40 anni di sfide con la Juve ne ha giocate moltissime e per l’occasione ha concesso una lunga intervista al Corriere della Sera. La sua prima volta risale al 17 dicembre 1995, si giocava a Torino e la partita fu decisa da Gianluca Vialli, in campo anche Antonio Conte che da un po’ di tempo continua a guidare la Vecchia Signora anche se dalla panchina, ma molti assicurano che è come se fosse ancora in campo.

Il capitano nerazzurro, che contro di lui ha giocato moltissime volte, ne conosce lo spirito e l’insaziabile voglia di vincere, quella stessa bramosia che sembra essere riuscito a trasmettere anche ai suoi “soldatini”. Ma la dote più apprezzata dall’argentino è la sua lealtà, un attestato di stima non scontato visti i rapporti tra le due squadre, anche se non si sbilancia quando gli si chiede di paragonarlo a Mourinho:

Non lo so, perché Antonio lo conosco bene come avversario in campo e poco come allenatore. Quando giocava era un lottatore, si vedeva che dava tutto fino all’ultimo secondo pur di vincere. Un avversario tosto, ma anche molto leale. Questa Juve ha il suo carattere. José ha vinto tutto e Conte sta iniziando ora. Però, per quanto sta dimostrando, Antonio è un allenatore con un grande futuro. Lo si capiva anche quando giocava; gente come lui e Simeone sapeva dirigere la squadra già dal campo. Come Cambiasso: non so che cosa farà dopo, ma punterei su di lui per una panchina.

E al suo vecchio allenatore, allo Special One, è legato anche il ricordo del suo derby d’Italia preferito. Sono due le sfide che Zanetti porta alla memoria con più piacere e in una delle due c’era il portoghese in panchina, per quanto riguarda invece la più dolorosa da ricordare la scelta del terzino è abbastanza scontata:

Inter – Juventus è sempre e comunque una partita storica. Lo è per la rivalità che da sempre divide le due squadre. L’ho capito molte bene anch’io in questi anni, per tutto quanto è accaduto in campo e fuori. Da dimenticare c’è quella del 26 aprile 1998 (ndr. quella del famoso contatto in area tra Ronaldo e Iuliano). Da incorniciare restano la Supercoppa vinta a Torino il 20 agosto 2005 con il gol di Veron ai supplementari sotto il diluvio e il 2-0 del 16 aprile 2010 a San Siro, partita soffertissima, risolta da una prodezza di Maicon prima di Eto’o. Battere la Juve è sempre un’impresa; vincere come abbiamo fatto noi all’andata autorizzava grandi progetti. Anch’io in quel momento ho pensato che avremmo disputato un grande campionato. Invece non siamo più riusciti ad essere al completo ed è andata come sappiamo. Ora lottiamo contro grandi squadre per un posto in Champions League.

I punti di distacco tra nerazzurri e bianconeri sono 18, un abisso che secondo Zanetti è più che giusto per quanto visto in questa stagione in cui alla sua squadra è mancata soprattutto la continuità, e quando gli si chiede quale giocatore toglierebbe alla Juve non ha dubbi nel rispondere Mirko Vucinic, uno che già ai tempi della Roma gli ha creato più di qualche problema. Domani l’Inter vuole una vittoria per riscattare almeno in parte una stagione fin qui deludente, ma anche per conquistare tre punti importanti nella corsa Champions, ma il capitano di mille battaglie guarda al futuro, ai tanti giovani in rosa e sembra ottimista sulle possibilità che possa avere la sua squadra nei prossimi anni:

Vestire questa maglia significa non mollare, lottare fino all’ultimo e fare di tutto per affrontare e superare le difficoltà. La partita col Tottenham è l’esempio di cosa significa essere all’altezza della tradizione dell’Inter. Siamo usciti da San Siro tra gli applausi, nonostante l’eliminazione. Ci sarà da aspettare tanto per una nuova vittoria? Mi auguro di no. L’importante è aver chiaro quello che si deve fare e quali sono gli obiettivi. Abbiamo in squadra tanti giovani che stanno vivendo alcune problematiche ma che l’anno prossimo saranno più preparati: così si costruisce un gruppo.

E poi c’è il suo di futuro, come detto Zanetti compirà 40 anni fra qualche mese, il suo contratto scade fra un anno, nel giugno 2014, ma il tempo che passa non sembra pesare sulle sue gambe. Dice di stare ancora bene e che finché ce la farà continuerà ad amare il gioco del calcio. Insomma la sua quasi ventennale carriera è tutt’altro che vicina al tramonto, nel mirino c’è il record di presenze di Maldini, anche se dice di non pensarci, quest’anno ha già disputato 40 partite, la dimostrazione evidente che questo giocatore può dare ancora tantissimo alla causa interista, a partire da domani pomeriggio nell’ennesimo derby d’Italia della sua carriera.



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