
WARSAW, POLAND - JUNE 28: Fabio Paratici and Giuseppe Marotta look on prior to during the UEFA EURO 2012 semi final match between Germany and Italy at National Stadium on June 28, 2012 in Warsaw, Poland. (Photo by Claudio Villa/Getty Images)
Se ne parla sempre troppo poco, ma è il vero uomo ombra di questa Juventus che domina in Italia e si eleva anche per alcune strepitose intuizioni di mercato da ormai tre anni e mezzo. Si tratta ovviamente del direttore dell’area tecnica Fabio Paratici, braccio destro di Beppe Marotta, cresciuto e svezzato dallo stesso direttore generale dai tempi della Sampdoria. Un’intervista in quattro anni e mezzo di Juve (concessa di fatto davanti a un’aula di studenti universitari), l’attuale nomina che arriva come da accordi dopo una stagione nonostante il flop con Del Neri, i movimenti dietro le quinte.
È suo l’affare Tevez, è sua l’operazione Coman, c’è anche lui dietro a Pogba, è stato lui a spingere sull’acceleratore per la coppia spagnola Llorente/Morata, il primo strappato a parametro zero bruciando club del calibro del Manchester City, il secondo lavorando ai fianchi il Real Madrid e convincendo il giovane attaccante che Torino fosse meglio di una certa Londra e Wolfburg.
E adesso Fabio Paratici inizia ad avere un suo nome, in Italia e fuori. Con situazione contrattuale attualmente vincolata al giugno 2015 (ma in trattativa per il rinnovo con casa Agnelli), il giovane dirigente bianconero vanta due contatti personali davvero importanti: il Milan che cerca di fatto il nuovo Braida, convinti di dover rinnovare i quadri dirigenziali sotto Galliani (Paratici è un pallino dei Berlusconi, soprattutto di Barbara, mentre Galliani in assoluto gli preferirebbe l’attuale veronese Sean Sogliano) e nelle ultime ore anche l’Arsenal che pensa a quanto pare al dopo Wenger, andando a frazionare il caro concetto anglosassone dell’allenatore-manager.
Insomma, i Gunners vagliano sul mercato un direttore sportivo con funzioni operative e dall’abile senso dello scouting. Paratici è uno di questi. Ma senza Marotta non si muove, dicono i ben informati. Il tempo davanti non gli manca e per staccare quel cordone ombelicale servirebbe davvero un’offerta da capogiro…