Al di là delle innegabili colpe della nazionale azzurra e dell’ormai ex commissario tecnico Cesare Prandelli, quello che è certo è che, dopo Italia – Uruguay, la partita fatale terminata con il risultato di 0-1 che ha sancito l’eliminazione alla fase a gironi dell’Italia per il secondo mondiale consecutivo, il rapporto con la Celeste si è decisamente incrinato.

A dire il vero, non c’è mai stata una vera e propria amicizia tra la nostra nazionale e la selezione uruguaiana ma, di sicuro, il rispetto non era mai mancato.

Per colpa degli episodi che si sono verificati in campo, o più precisamente per colpa di Luis Suarez che già in passato ha ampiamente dimostrato di cosa è capace di fare in campo (e non sto parlando di prodezze sportive), l’Uruguay è entrata di diritto tra le nazionali difficilmente sopportabili, per non dire nemiche.

Anche le dichiarazioni farneticanti di Diego Lugano, capitano della nazionale sudamericana, non hanno certo aiutato a distendere i rapporti: il difensore 34enne del West Bromwich Albion, infatti, ha difeso l’indifendibile e ha negato l’innegabile, affermando chiaramente che Luis Suarez è vittima di Giorgio Chiellini e che i segni visibili sulla spalla del difensore juventino non sono nient’altro che cicatrici risalenti al passato. Dopo di questo, può essere utile solo un trattamento sanitario obbligatorio.

Per fortuna, ci ha pensato Edinson Cavani a mostrare ai suoi compagni quella strana cosa chiamata fair-play. Non dimenticandosi del fatto di aver trascorso molti anni in Italia, dove si è affermato grazie a Palermo e Napoli, l’attaccante uruguaiano, al termine della partita, si è avvicinato alla panchina azzurra e ha abbracciato e consolato, uno a uno, tutti i nostri giocatori. Cavani ha anche scambiato la propria maglia con Ciro Immobile.

Per dimostrare, non di essere campioni, ma di essere semplicemente delle brave persone e in buona fede, basta davvero poco ma evidentemente, ad alcuni giocatori, alimentare polemiche procura vero e proprio piacere fisico.

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