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Serie A

Il momento nero di Buffon, tra errori, papere e figuracce. La Juve ha perso il suo portierone?

La sconfitta rimediata dalla Juventus oggi a Firenze è di quelle che fanno male, perché subita in rimonta dopo un’ora di dominio assoluto e perché arriva alla vigilia di un impegno fondamentale come quello contro il Real Madrid al Bernabeu. I protagonisti nel post partita non hanno saputo spiegare come sia potuto accadere, lo si intuisce dalle parole di Conte ma anche di Barzagli, semplicemente ci sono stati dieci minuti di black out a dir poco clamorosi. Ma il tracollo del Franchi costringe tifosi e società a porsi una domanda dolorosa ma inevitabile: Gianluigi Buffon è ancora in grado di fornire garanzie in una squadra che vuole primeggiare in tutte le competizioni che disputa?

Può sembrare un’eresia mettere in discussione quello che per molti è stato il portiere più forte di tutti i tempi, ma ignorare il problema non aiuta certo a risolverlo e una società come quella bianconera, che spesso è elogiata per la sua capacità di programmazione, non può nascondersi dietro il totem del portierone della nazionale, campione del mondo nel 2006 e per molti meritevole del Pallone d’Oro, quel premio che soltanto Yashin è riuscito a conquistare da numero uno. Gli errori di Buffon ultimamente sono molti, alcuni clamorosi, altri meno ma comunque importanti soprattutto se ci si ricorda degli standard a cui ci aveva abituato l’estremo difensore nel corso della sua lunga carriera.

Tornano alla partita di oggi, in molti hanno parlato di “dieci minuti di follia”, nessuno però ha avuto il coraggio di dire che forse qualche responsabilità ce l’ha pure Buffon. È chiaro, di fronte ad un risultato del genere non si può pensare di dire che la colpa sia tutta sua, è però vero che il gol del pareggio è stato un regalo del portiere. Il tiro di Rossi era angolato, ma neanche troppo, anche a velocità normale si è avuta la percezione di un errore di valutazione del portiere che non capisce assolutamente qual’è la traiettoria del pallone, ai tifosi juventini non può non essere tornato alla memoria il gol di Salas a Van der Sar, all’epoca ci si interrogava sugli eventuali problemi di vista dell’olandese. Se sbaglia quello che dovrebbe dare sicurezza a tutti, un po’ di certezze vengono meno e tutta la squadra inizia a sbandare.

Ma il problema non sono tanto gli errori, quelli evidenti, anche se purtroppo se ne contano già troppi per uno come lui. Contro Lazio e Chievo due respinte difettose avevano spianato la strada del gol agli avversari, soprattutto con i biancocelesti è apparso evidente che Petkovic avesse preparato la partita proprio per sfruttare questo punto debole della Juventus, furono letteralmente decine i tiri dalla distanza verso la porta bianconera e uno di questi aveva poi favorito il gol del 2-1 di Klose. In quell’occasione la Juventus riuscì poi a vincere 4-1, ma quanto la serata poteva trasformarsi in una disfatta simile a quella di oggi?

Ma come dicevamo il dato più preoccupante non è tanto quello sugli errori evidenti, quanto quello delle parate fatte, dei pericoli effettivamente sventati nel corso delle singole partite. Anche oggi che la Juventus ha incassato quattro gol, di parate di Buffon non ce n’è stata traccia, eccezion fatta per la punizione telefonata di Mati nel primo tempo. Per semplificare estremamente il discorso: ultimamente sembra che basti tirare in porta per riuscire a segnare alla Juve. Contro il Milan due tiri due gol, con il Copenhagen lo stesso, con il Galatasaray gli errori evidenti erano quelli di Bonucci, un retropassaggio scellerato, e di Isla, completamente fuori posizione, ma è in queste circostanze che un portiere deve fare la differenza e, dispiace dirlo, in questa stagione Buffon ancora non c’è mai riuscito.

Per Antonio Conte adesso il problema è quello di dover gestire questa situazione, il problema ovviamente è anche del club. Anche se si dovesse arrivare alla conclusione che Buffon non è più in grado di offrire le garanzie che servono ad una squadra come la Juventus, non sarà facile metterlo da parte. Vuoi per il debito di riconoscenza nei confronti di un campione che ha saggiato anche la Serie B con la maglia bianconera, vuoi per una sorta di rispetto verso il miglior interprete del ruolo degli ultimi vent’anni. E poi, tanto nell’immediato quanto nel futuro, chi potrebbe prendere il suo posto? Storari ha sempre fatto bene il suo dovere, ma è addirittura più vecchio di Gigi di un anno, non può quindi definirsi una garanzia per il futuro.

La Juventus sembra aver puntato molto su Nicola Leali, per molti insieme a Bardi il ragazzino di Castiglione delle Stiviere, classe 1993 attualmente in prestito allo Spezia, è il miglior prospetto in circolazione, ma sarà già pronto per indossare una maglia pesante come la numero uno bianconera? Tante domande, pochissime risposte. Buffon ha sempre reagito agli errori dimostrando di essere ancora un campione, alle critiche ha sempre risposto con prestazioni da fuoriclasse, magari riuscirà ancora una volta a mettere tutti a tacere, magari partendo proprio dal Santiago Bernabeu. Ma potrebbe anche non succedere, il tempo passa per tutti, anche per le leggende, e allora a tutte queste domande bisognerà trovare una risposta e anche in fretta, perché il calcio è spietato e il futuro è già domani.



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