Thomas Hitzlsperger ha aspettato di appendere gli scarpini al chiodo per liberarsi dal pesantissimo fardello: è il 31enne di Monaco di Baviera il primo calciatore di altissimo livello a fare coming-out rivelando in un’intervista al Die Zeit di essere omosessuale. Centrocampista di sostanza e ordine, dotato di tiro potentissimo, il nazionale tedesco ha dovuto dire basta col calcio in età tutto sommato giovane a causa di ripetuti infortuni che ne hanno minato il rendimento degli ultimi anni, un guaio non da poco per un ragazzo abituato a scendere in campo con impressionante continuità con Aston Villa prima e Stoccarda poi (con cui ha conquistato da protagonista anche uno scudetto); ha provato a rilanciarsi alla Lazio, dove ha militato per i primi sei mesi del 2010 (sei presenze e un gol, all’Udinese all’Olimpico), ma non è riuscito a guadagnarsi la chiamata per i mondiali sudafricani (con la Nazionale 52 presenze, convocazione per i mondiali casalinghi e punto fermo di Loew ad Euro 2008 in cui disputò anche la finale con la Spagna).

West Ham, di nuovo Bundesliga al Wolfsburg, l’anno passato ancora in Premier League con l’Everton, alla fine l’estate scorsa Hitzlsperger ha deciso di mollare dopo la miseria di 24 presenze in tre intere stagioni; fuori dal rettangolo verde ha deciso di esporsi per la causa dei gay nel mondo del calcio, dichiarando le proprie preferenze sessuali:

“La questione nel calcio è per lo più ignorata. Non mi sono mai vergognato di quello che sono. Certo non è sempre facile stare con venti con compagni di squadra che iniziano a fare battute sui gay, ma li lasci fare se non sono troppo insultanti. Il problema con il mondo del calcio è che l’intensità, il gioco rude, la passione si adattano male al cliché ‘I gay sono femminucce, sono deboli'”.

Il mediano, che ha anche vestito la fascia da capitano della Germania e ha affermato di aver all’epoca rivelato il suo segreto al ct Loew e al manager Bierhoff, ha poi aggiunto:

“La consapevolezza di essere gay rappresenta un processo lungo e complicato. Solo negli ultimi anni mi sono reso conto che avrei preferito vivere con un uomo piuttosto che con una donna. Ma quello che dico è che lo sport professionistico è fatto di lotta, passione e voglia di vincere, sono cose che non hanno a che fare con lo sbagliato stereotipo che riguarda i gay. Nei paesi in cui ho giocato, Inghilterra, Germania e Italia, l’omosessualità non è visto come un problema”.

Come detto, Hitzlsperger è uscito allo scoperto per “spingere ad un dibattito sull’omosessualità degli sportivi professionisti“, gesto sicuramente lodevole che fa il pari con quelli passati di Robbie Rogers (statunitense) e Anton Hysen (svedese), senza contare quello celebre di Justin Fashanu che ebbe il coraggio di dichiarare le sue preferenze sessuali già nel 1990 (per poi togliersi purtroppo la vita otto anni più tardi). Andando oltre il mondo del calcio, eclatante è stato il coming-out recente di Jason Collins, cestista americano tutt’ora in attività in NBA.

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ultimo aggiornamento: 08-01-2014


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