Checché ne dica Antonio Conte, la sua Juventus non è più brillante come un mese fa. Sicuramente sulla condizione fisica della squadra pesa il fitto calendario, ma forse non sono sufficienti due partite in più disputate in Europa League, peraltro contro il modesto Trabzonspor, rispetto a quante ne avrebbe giocate la Juve in Champions, per giustificare questo calo fisico.

La sconfitta contro il Napoli può rientrare tra gli incidenti di percorso per una formazione che comunque sta facendo qualcosa di straordinario fino ad ora, ma infatti non sono i risultati “il problema”. Quelli non sono mai mancati ai piemontesi, che stanno dominando con merito questo campionato. Sorprende, più che altro, che la Juventus non sia riuscita a cambiare marcia dopo la metà di febbraio, come invece fece negli ultimi due campionati.

Negli anni passati i bianconeri rifiorivano atleticamente dopo aver smaltito il “richiamino” di preparazione fisica effettuato durante la sosta natalizia, costruendo decine di palle gol a partita e subendo pochissimo dalle varie avversarie. Quest’anno, invece, la musica è ben diversa e spesse volte la Juve è riuscita a capitalizzare al meglio le poche occasioni solo grazie alle giocate dei singoli, in modo particolare con Carlos Tevez.

Chi sembra in netto calo rispetto al mese scorso è Arturo Vidal (ma anche Pogba) che non ha la facilità di corsa di inizio anno. Forse lui è l’esempio più lampante di questa situazione, ma un po’ tutti i giocatori della Juve sembrano essere sottotono rispetto ad un mese fa ma, soprattutto, ad un anno fa. A confermare questa sensazione ci sono anche i numeri.

Dopo il derby dello scorso 23 febbraio vinto contro il Torino, la Juve ha infatti visto peggiorare tutti i dati statistici. Se prima del derby i bianconeri mediamente toccavano 730 volte il pallone, dopo la media è scesa a 654. Peggiorato anche il dato dei passaggi riusciti (529,5 contro 457,7), delle giocate “utili” nell’area avversaria (26,3 vs 19,1), del possesso palla (57,8% vs 50,9%) ed infine quello dei tiri (6,7 vs 3,6) e quindi anche quello dei gol segnati (2,5 vs 1,1).

La Juventus ha anche abbassato il baricentro (52,4m vs 50,3m) così come la linea del fuorigioco (26,2m vs 22,3), segno evidente che il tecnico salentino, resosi conto della minore brillantezza atletica dei suoi, abbia deciso di giocare ‘più basso’ per evitare di lasciare molto campo agli attaccanti avversari in caso di lancio lungo a scavalcare la linea mediana o di palla persa dai suoi portatori.

I numeri nel calcio non possono spiegare tutto per ovvi motivi ma, senza dubbio, possono rendere l’idea del momento che stanno attraversando i torinesi. Da un certo punto di vista lo si può anche considerare un passo in avanti perché le vittorie (7 consecutive), l’unico parametro che conta davvero, sono sempre arrivate prima dello stop imposto domenica dal Napoli.

Molto difficilmente la Juventus si farà sfuggire questo Scudetto, ma forse il doppio impegno in Europa League costringerà i bianconeri ad uno sforzo sopra le possibilità attuali, lasciando qualche speranza alla Roma. Per la ‘doppietta’ campionato-coppa, invece, sarà molto dura se le gambe non inizieranno nuovamente a girare al 100%.

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ultimo aggiornamento: 31-03-2014


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