E non è tutto: l’emittente Fox, che fa parte dello stesso pacchetto Sky, avrebbe presentato l’offerta più alta per il pacchetto D, che comprende le partite delle rimanenti 12 squadre di serie A, sia sul satellite, sia sul digitale terrestre. In sostanza, se le voci fossero confermate, ci troveremmo davanti ad un monopolio, con gli abbonati Sky tranquilli di poter assistere a tutte le partite dei prossimi quattro campionati di serie A (il campionato 2014-2015 fa ancora parte del precedente accordo). Se consideriamo, però, il fatto che Mediaset si sia già assicurata i diritti TV della Champions League per il prossimo triennio, noon è da escludere presto una sorta di “scambio di favori” tra i due colossi.
Quanto alle partite del campionato, però, c’è da fare i conti con la regola comunitaria recepita in Italia dalla famosa Legge Melandri, che vieta l’acquisizione di tutti i diritti da parte di un unico assegnatario. In sostanza, i pacchetti erano stati preparati su misura per essere ‘prelevati’ rispettivamente da un operatore per il satellite e da un altro per il digitale terrestre. Quel che è certo, è che l’asta rappresenta un grande successo in termini economici per la Lega Calcio e per Infront, la società che gestisce i diritti TV: sommando le offerte di tre pacchetti (A, B e D) si incasserebbero qualcosa come 950 milioni l’anno, cifra molto vicina al minimo garantito di 980 milioni da parte di Infront alle società. Tenendo conto che mancano all’appello ancora due pacchetti, il miliardo di euro dovrebbe essere ampiamente superato, anche se per il pacchetto C non è stata raggiunta la cifra minima richiesta e per il pacchetto Internet non ci sono state offerte.










