Filtrano le prime indiscrezioni (da verificare) sull’atteggiamento tenuto dalla Germania dopo l’intervallo dell’incredibile semifinale contro il Brasile. Continuare a giocare e a premere sull’acceleratore o fermarsi per non “infierire” su un avversario che sta perdendo 5-0? E’ uno degli antichi dilemmi del modo di intendere il calcio. La tesi rugbistica sostiene la necessità di impegnarsi fino al 90′, di non fare melina. La tesi più calcistica è opposta: fermarsi o far finta di fermarsi è un obbligo per non umiliare l’avversario. La verità, forse, sta nel mezzo: non esiste una regola non scritta come in altri sport proprio per l’unicità del gioco calcio.

Dipende esclusivamente dal contesto di una partita e dai giocatori in campo. Se una squadra vince 5-0 e continua ad attaccare perché ha voglia, fa bene. Al tempo stesso, se una squadra tira il freno a mano, fa bene lo stesso. Mats Hummels, riferisce il ‘Daily Mirror’, afferma che durante l’intervallo i giocatori tedeschi si siano accordati per non continuare il gioco al massacro sportivo del Brasile:

” Abbiamo detto chiaro che dovevamo stare concentrati anche nel secondo tempo. Ma anche di non umiliare il Brasile. Continuando comunque a giocare in maniera seria. Devi mostrare sempre rispetto per l’avversario ed è stato molto importante per noi averlo fatto, senza cercare giocate ad effetto ma continuando a fare la nostra partita per novanta minuti “.

In casa Brasile c’è chi ancora è sotto schock. E’ una disfatta sportiva che resterà indelebile nella mente dei calciatori e dei tifosi verdeoro. La testa di Scolari sta per saltare, il commissario tecnico condurrà per l’ultima volta dalla panchina la Nazionale brasiliana, contro l’Olanda. E’ solo un primo tentativo della difficilissima opera di cancellazione del Mineirazo. Ecco le parole di Luiz Gustavo :

“Saremo ricordati per sempre, molti rideranno di noi e ci prenderanno in giro, qualcuno è felice per ciò che è successo. Io in questo momento non ho la forza di guardare qualcuno negli occhi. E’ stata la peggiore sconfitta nella storia della Coppa del mondo, sappiamo che siamo 23 volti che da oggi in poi rimarranno marchiati a causa di una sconfitta con la maglia della Nazionale. Giusto o no, dobbiamo essere umili, riconoscere i nostri errori e saper convivere con le critiche che, a partire da adesso, faranno parte delle nostre vite”.

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