La S.S. Lazio, nel 35° anniversario della scomparsa, ricorda Vincenzo Paparelli, scomparso tragicamente il 28 ottobre del 1979 durante un derby. La S.S. Lazio rinnova a Gabriele Paparelli e alla sua famiglia il proprio cordoglio.

35 anni fa moriva Vincenzo Paparelli, tifoso laziale e padre di famiglia ammazzato da un razzo proveniente dalla Curva Sud. Quel giorno due razzi sparati da Giovanni Fiorillo, 18 anni, finiscono fuori dagli spalti dopo un lungo zig-zag, mentre il terzo colpisce in pieno volto Vincenzo Paparelli che mangiava un panino accanto a sua moglie. Giovanni Fiorillo, detto Tzigano, scappò via da Roma, ma dopo quattordici mesi, si costituì e venne condannato dalla Cassazione (1987) a sei anni e dieci mesi di reclusione per omicidio preterintenzionale. Fiorillo è morto il 24 marzo 1993 a causa di un male incurabile.

Le scritte contro Vincenzo Paparelli a Roma | Foto

L’omicidio di Vincenzo Paparelli segnò uno spartiacque nel mondo del tifo. La morte del trentatreenne fu la seconda in ordine cronologico avvenuta in uno stadio di calcio, dopo quella del salernitano Giuseppe Plaitano, 48enne tifoso della Salernitana raggiunto da un colpo di pistola di un agente. Dal 28 ottobre 1979 il tifo italiano si lascia definitivamente alle spalle un periodo in cui non era lecito oltrepassare un limite, si incattivisce e sprofonda in un punto di non ritorno.

La storia dei tifo italiano si avvolgerà di una nube nera negli anni ’80, una decade contrassegnata da episodi di violenza e tragedie. Il confine era stato ampiamente oltrepassato. Le scritte infamanti sui muri e il coro di scherno ideato dalla Curva Sud per infangare la memoria del tifoso laziale (“10-100-1000 Paparelli”) veniva canticchiato fino a qualche anno fa anche da persone adulte apparentemente “normali”, come una filastrocca di Natale, perché tutto era permesso. Anche non provare vergogna. Nel 2001, è stata posta una targa in memoria di Vincenzo all’Olimpico, lato curva nord.

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ultimo aggiornamento: 28-10-2014


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