La Premier League sta per annunciare il nome dell’azienda che si è aggiudicata i diritti TV del massimo campionato inglese a partire dalla stagione 2016/2017 a quella del 2018/2019. Una vera e propria pioggia di soldi, visto stiamo parlando di un giro d’affari da 4 miliardi di sterline, ossia 5,4 miliardi di euro. All’asta partecipano sicuramente Sky e BT, che si dividono attualmente la copertura del principale campionato di calcio britannico, ma non è detto che alla corsa si aggiungano anche Discovery e beIN Sports. Esattamente come avviene in Italia, anche in Inghilterra i diritti TV sono suddivisi in pacchetti.

Nel giorno in cui Dalian Wanda di Wang Jainlin acquisisce Infront Media (che gestisce anche i diritti TV del campionato italiano di Serie A) per 1,05 miliardi di euro, dunque, la Premier League ci ricorda quanto sia ancora ampio il gap tra il calcio nostrano e i tornei più ricchi del continente. I pacchetti che i broadcaster potranno assicurarsi in Inghilterra, sono cinque da 28 partite e due da 14 gare. La maggior parte della torta da 5,4 miliardi di euro, saranno suddivisi tra i club, che così potranno ulteriormente consolidare la propria superiorità economica.

Basti pensare ad esempio, che una squadra come il Manchester United, incasserà l’anno circa 90 milioni da Adidas, in più oltre 70 milioni dal main sponsor e ancora i proventi dai diritti TV. Il totale fa una cifra mostruosa che club come Juve, Inter e Milan non possono nemmeno pensare di avvicinare. Per rendersi conto del gap dei soli proventi provenienti dai diritti TV, basti pensare che il campionato italiano ha venduto le partite per il triennio 2015-2018 per un miliardo a stagione, tre miliardi di euro totali (contro i 5,4 inglesi). L’Italia può però consolarsi se comparata a Liga Spagnola, Ligue 1 e Bundesliga, che vendono le rispettive partite per cifre annuali rispettivamente di 652 milioni di euro, 600 e 546.

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ultimo aggiornamento: 10-02-2015


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