Il Comune di Napoli non approva la convezione per lo Stadio San Paolo: De Laurentiis costretto ad affittarlo per poter giocare in casa contro la Fiorentina. Sta assumendo i contorni di una soap opera la querelle tra il Napoli e l’amministrazione comunale di Luigi De Magistris: per mancanza del numero legale, ieri sera il Consiglio comunale non ha potuto approvare la convezione per il San Paolo e la prossima seduta è prevista per il 26 corrente mese. Per poter disputare la prossima gara casalinga, dunque, la squadra allenata da Sarri dovrà attendere che il presidente De Laurentiis prenda in affitto l’impianto di Fuorigrotta.

Ieri sera, il consiglio comunale di Napoli aveva all’ordine del giorno qualcosa come 92 emendamenti, ma la seduta è stata sospesa alla votazione del sedicesimo. In aula c’erano solo 24 consiglieri, tra cui mancava il sindaco De Magistris: tra gli emendamenti approvati c’è quello relativo al tetto massimo per i prezzi delle curve (15 euro), ma per poter giocare la gara di domenica prossima contro i viola, il Napoli dovrà pagare 5mila euro per l’affitto e in più dare all’amministrazione comunale il 10% dell’incasso. Solo il 26 ottobre, poi, in occasione del prossimo consiglio comunale, potrà esservi l’OK alla convenzione definitiva.

Molto deluso il presidente Aurelio De Laurentiis, che dichiara:

“Le leggi che regolano gli stadi e il calcio in generale sono una barzelletta e creano un sacco di problemi. Pensate a com’è gestita la fiscalità in Spagna, il Real Madrid ha ricevuto contributi dalla città con terreni e fondi, da noi la legge Melandri non lo permette e ha castrato la crescita dei club. I sindaci dovrebbero essere dei manager e nessuno lo capisce, nemmeno Renzi. Un sindaco è schiavo del suo ruolo politico e non può fare il bene della città. Il problema vale anche per i settori giovanili, è difficile trovare terreni per la scugnizzeria e le istituzioni non aiutano. Del resto se ho preparato un piano per rifare lo stadio e De Magistris ne era entusiasta, ora non possono dirmi che non va più bene, a queste condizioni il dialogo con la politica è impossibile. Non voglio che il Comune stia con De Laurentiis ma con il Napoli. Altrimenti dicano che non vogliono il bene della squadra. Il mio impegno comunque non è in discussione”.

Se la prende con chi ha fatto mancare il numero legale, invece, il sindaco De Magistris, che non era nemmeno egli stesso in aula:

“Lo stadio a Napoli è un tema sentito come la Costituzione, ma c’è chi ha remato contro per far saltare l’accordo. Rispetteremo la data che si diamo dati per fine ottobre, non ci faremo ostacolare da chi vuol perdere tempo”.

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ultimo aggiornamento: 15-10-2015


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