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Allarme Pio Esposito, Inter trema: il pericolo è grande

Pio EspositoAllarme Pio Esposito, Inter trema: il pericolo è grande - Calcioblog.it (screen Youtube)

Ad Appiano Gentile è suonato l’allarme e, ancora una volta, riguarda il giovanissimo Pio Esposito. Chivu trema, così come la sua Inter.

È l’anno della consacrazione per Pio Esposito, ma anche quello più delicato. Il giovane attaccante dell’Inter, classe 2005, sta vivendo il suo primo vero campionato da protagonista dopo il rientro dal prestito allo Spezia, dove aveva mostrato lampi di talento e personalità, ma anche l’inesperienza di un ragazzo chiamato a misurarsi con un contesto difficile. Oggi, sotto la guida di Cristian Chivu, il fratello minore di Sebastiano Esposito sta cominciando a trovare spazio, gol e fiducia. I numeri raccontano di un impatto graduale ma promettente: 12 presenze stagionali, 2 reti e 1 assist, con minuti sempre più consistenti sia in Serie A che in Champions League. Tuttavia, attorno a lui si sta già creando un clamore mediatico che rischia di diventare una lama a doppio taglio. Le prime copertine, i titoli altisonanti e i paragoni con i grandi del passato sono segnali di un sistema che tende a bruciare in fretta le proprie giovani stelle.

È una dinamica che il calcio italiano conosce bene: l’entusiasmo per il talento grezzo spesso si trasforma in aspettativa ingombrante, e basta un periodo di flessione per far crollare certezze e fiducia. Eppure, la maturità di Pio sembra andare di pari passo con la sua crescita tecnica. Ad Appiano Gentile, lo staff dell’Inter ne apprezza la serietà, la dedizione e la capacità di ascolto, ma anche i dirigenti – da Beppe Marotta a Piero Ausilio – sono consapevoli del pericolo di sovraesposizione. Oltre a questo c’è il grande pericolo proveniente dal calciomercato, perché uno come Pio Esposito fa gola a molti e soprattutto alle squadre più facoltose. Per il ragazzo di Castellammare quindi la rampa di lancio rischia di tramutarsi in una polveriera.

Zaniolo e il monito ai giovani: “Dopo una doppietta col Porto, non senti più i piedi per terra”

Proprio su questo tema è tornato a parlare Nicolò Zaniolo, oggi attaccante dell’Udinese, in un’intervista rilasciata a DAZN per il format di Lega Serie A “Storie di Serie A”. Un’intervista che ha il sapore della confessione e dell’autocritica, ma anche del consiglio paterno ai giovani che oggi vivono la stessa esposizione mediatica che lui sperimentò qualche anno fa. Quando sei giovane vieni catapultato nel mondo dei grandi, fai le prime buone prestazioni. Ti senti più di quello che sei – ha dichiarato l’ex Roma – Dopo una doppietta contro il Porto agli ottavi di Champions League non ti senti più i piedi per terra, e questo è uno sbaglio che un ragazzo non deve fare, ma devono stare con le persone che gli vogliono bene veramente e di fidarsi di quelle persone.

Parole che suonano come un avvertimento diretto proprio a profili come quello di Pio Esposito, che oggi vivono la fase più pericolosa della carriera: quella in cui l’attenzione mediatica può confondersi con il riconoscimento del valore. Zaniolo, che in passato è stato considerato uno dei talenti più cristallini del calcio italiano, conosce bene la pressione di dover “diventare grande” troppo in fretta. Il suo messaggio, rivolto a Esposito e a tutti i ragazzi della nuova generazione, è chiaro: il talento serve a poco senza equilibrio. Serve una guida, una famiglia che protegga, e la capacità di fidarsi delle persone giuste. Perché la differenza tra un campione e una meteora non sta solo nei piedi, ma nella testa.

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