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Ciro Esposito: conclusi i funerali a Napoli. “No alla violenza”

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Aggiornamento 17.32 – I funerali di Ciro Esposito sono terminati alle 17.30 in una Napoli calda ed emozionata. La commozione è stata palpabile, quasi concreta nelle testimonianze di amici, parenti, della madre Antonella e della fidanzata, ma anche dichiarazioni delle autorità presenti alle esequie del ragazzo, morto dopo 53 giorni di agonia al Policlinico Gemelli di Roma.

Catania, Castellammare di Stabia, Avezzano, Torre del Greco, Pagani, Milano, Ancona, Frattese, tante erano le tifoserie giunte da ogni parte d’Italia per salutare Ciro Esposito, tante le personalità del calcio e delle istituzioni.

“Solo quando sono andata a Roma, dopo gli incidenti, ho saputo che il ragazzo in fin di vita era mio figlio. Questo ragazzo aveva mille motivi per bestemmiare il nome di Dio, invece non l’ha mai fatto, abbiamo pregato a lungo insieme. Ora Ciro non c’è più, ma sono sicura che vive nella gloria di Dio. Grazie a tutti voi, che siete venuti da tutta Italia. Mantenete sempre alto il nome di Ciro Esposito, non dimenticate mai”

ha detto al microfono la madre Antonella Leardi, commossa e affranta da un dolore ingiusto per una madre e per un genitore. Dopo di lei è stato il turno del cantante simbolo della città, Nino D’Angelo, che ha cantato con le decine di migliaia di presenti l’inno del Napoli, dedicandolo a Ciro Esposito e dicendo: “Questa donna mi ha insegnato la vita” riferendosi alla madre del ragazzo.

Il Presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis ha portato il cordoglio di tutta la società sportiva, dando però un messaggio di speranza, tanto voluto dalla famiglia Esposito:

“In questa Italia scorretta, da Scampia nasce la speranza.”

Il Presidente del Coni Gianni Malagò, commosso, ha preso anche lui la parola, tra gli applausi dei presenti (quasi increduli per la sua presenza, in nome dello sport italiano):

“Ero seduto accanto alla bara. Un ragazzo che non conoscevo mi si è avvicinato e mi ha detto: Bravo, presidè, che sei venuto, tiene ‘e palle. Ma non è un problema di palle, è un problema di rispetto. Rispetto soprattutto per questo gigante della vita che è Antonella, la mamma. Io gliel’ho detto: hai insegnato a 60 milioni di persone cos’è la dignità, come ci si deve comportare.”

Anche il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, era presente alle esequie: il primo cittadino si è anche soffermato sulle responsabilità istituzionali nei fatti del 3 maggio, chiedendo (con tutti i presenti) dei provvedimenti anche nei confronti di chi non è stato in grado di tutelare l’ordine pubblico:

“Oggi nel cuore di ogni napoletano c’è Ciro, nel corpo c’è Ciro, ma vorrei che ci fosse soprattutto la fierezza e la dignità delal famiglia di Ciro. La cosa più bella è stato il modo come il giirno dopo il ferimento di Ciro hanno fatto capire come la storia fosse diversa. Era stato detto che siccome Ciro di Scampia, siamo tutti brutti sporchi e cattivi.”

Gli appelli contro la violenza, per il timore che possa inasprirsi fino al sangue la rivalità tra le tifoserie di Napoli e Roma, sono arrivati da ogni parte: dal parroco agli amici fino alla fidanzata di Ciro Esposito, tutti inseriti in quel solco profondo di grandezza umana tracciato dallo zio prima e dalla madre poi del ragazzo ucciso: no alla violenza.

“Ragazzi non siate animati da sentimenti di odio e di vendetta, momenti così non accadano in alcun posto di Italia. Non deve accadere mai più che la vita di un giovane venga stroncata brutalmente. Mi rivolgo a tutte le tifoserie d’Italia: alo stadio portate sciarpe, bandiere, fischietti, trombe non coltelli,spranghe e pistole. Che Dio vi benedica.”

ha detto il pastore nel corso della cerimonia; parole sulle quali è tornata, più tardi, la fidanzata di Ciro Esposito:

“Basta con la violenza altrimenti Ciro verrà ucciso due volte.”

Queste sono forse le parole più importanti, più di speranza e orgoglio che questa orrenda vicenda può insegnare: parole che arrivano da un luogo, Scampia, che in Italia è regno di criminalità, violenza, droga, che rappresenta il primo avamposto dell’anti-Stato. Parole che non riguardano solo la vicenda di Ciro ma l’intero scibile sportivo, politico ed istituzionale italiano. Parole di forza.

Ciro Esposito: i funerali a Napoli

Oggi pomeriggio alle 16.30 si terranno a Napoli, nell’ottava municipalità di Scampia, i funerali di Ciro Esposito, il giovane napoletano morto ammazzato da un colpo di pistola a margine degli scontri che hanno rovinato la festa della finale di Coppa Italia del 3 maggio scorso.

Ciro Esposito è morto mercoledì mattina, dopo che le sue condizioni si erano aggravate per un’infezione polmonare e dopo quasi due mesi di battaglia per la vita al Policlinico Gemelli.

Il dolore si diffonde nell’aria calda del pomeriggio di Scampia, un pomeriggio nel quale il popoloso quartiere a nord di Napoli si stringe attorno alla famiglia di Ciro Esposito, il giovane morto ammazzato da un colpo di pistola esploso probabilmente da Daniele De Santis, ex-capo ultra della Roma.

Per oggi il Comune di Napoli ha annunciato il lutto cittadino: alle esequie sarà presente il giocatore azzurro Lorenzo Insigne, il Presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis, il Presidente del CONI Gianni Malagò e alla famiglia Esposito è andato anche un pensiero del Presidente della FIFA, Joseph Blatter.

Scampia si ritrova oggi a piangere un altro dei propri figli, morto ammazzato da un proiettile ma questa volta non per un regolamento di conti, per una questione di droga o di malavita: Ciro era uno “giusto” raccontano a Scampia, uno che lavorava ogni giorno e voleva farlo proprio qui, a Scampia, un luogo che nel nome descrive la sua stessa condizione di degrado, di assenza dello Stato. Uno che aveva Napoli, e il Napoli, nel cuore, come tanti ragazzi cresciuti tra i calci dati a un pallone e i tossici che si aggirano nel quartiere.

Oggi pomeriggio alle 16.30 si terranno alla Chiesta Pentecostale di piazza Piazza Grandi Eventi le esequie di Ciro Esposito, alle quali parteciperanno moltissime persone: semplici cittadini, amici e parenti di Ciro Esposito, tanti tifosi del Napoli, semplici curiosi e gli ultrà della curva partenopea, a cominciare da quel Genny a’ carogna, Gennaro De Tommaso, che, nel giorno della finale di Coppa Italia, si fece conoscere da mezzo mondo per le pretese avanzate su quella partita.

Per l’ultimo saluto a Ciro Esposito sono arrivati tifosi da tutta Italia: tantissimi quelli del Genoa, tanti quelli della Lazio (alcuni a Napoli già da ieri), del Catania, del Palermo e dell’Ancona. E’ stato allestito persino un palco dal quale, durante il rito evangelico, ci saranno diverse testimonianze di parenti e amici, compresa la storica fidanzata di Ciro, Simona.

Anche el pibe de oro, Diego Maradona, ha espresso il proprio cordoglio alla famiglia:

“Non ci sono parole, Ciro rappresenterà sempre la maglia del Napoli”

Saranno gli ultras del Napoli a trasportare a braccio la bara di Ciro Esposito dalla camera ardente in Piazza Grandi Eventi, dove è stato allestito il tendone che ospiterà la celebrazione dei funerali con il rito evangelico: la camera ardente è rimasta aperta tutta la notte, vegliata con tanta forza e dignità dalla madre e dai familiari di Esposito, che chiedono a tutti di non avviare una stagione di violenze nel nome del figlio.

“Ciro è stato ucciso per un atto di violenza. Questo non deve accadere più. Nessuno più deve pagare e soffrire per una cosa bella come il calcio che Ciro amava tanto.”

Parole che qui a Napoli valgono molto più che altrove.

(in aggiornamento)



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