Un po’ di tensione, ma anche la giusta carica emotiva e la serena concentrazione di chi alle soglie dei 43 anni ne ha viste parecchie: alla vigilia della finale mondiale tra Germania e Argentina l’arbitro italiano, l’emiliano Nicola Rizzoli, non aveva paura, sorretto anche dalla presenza della fidanzata Eulalia (insieme da 7 anni, ora si attendono le nozze) che aveva deciso di raggiungerlo in Brasile una volta saputo che avrebbe diretto la partita delle partite, la più importante per un fischietto. Forte della fiducia della Fifa, il capo degli arbitri Busacca gli aveva già affidato tre partite (Spagna-Olanda, Argentina-Nigeria e Argentina-Belgio), ma ancor più tranquillo per la stima incondizionata che egli stesso nutre per gli assistenti Stefani e Faverani, così Rizzoli si è presentato al Maracanà un’ora e mezzo prima del fischio di inizio. E alle 16 ore locali ha decretato l’inizio delle ostilità.

Per 120 minuti l’architetto nato a Mirandola ha avuto in pugno la partita, grazie anche al comportamento professionale dei giocatori in campo; due gialli a testa, nel primo tempo puniti i tedeschi Schweinsteiger (un po’ severo ma tutto sommato giusto) e Howedes (niente da dire), nei secondi quarantacinque minuti sono finiti sul suo taccuino gli argentini Mascherano e Aguero (decisioni ineccepibili), ma soprattutto un gol annullato giustamente a Higuain per fuorigioco segnalato da Stefani. Subito dopo la gara è stato intervistato telefonicamente da Enrico Varriale in diretta su Rai Uno:

“È stata una grande emozione e una grande soddisfazione, un motivo di orgoglio per l’Italia e per il calcio italiano. La partita è stata difficile, ma sono stato aiutato tantissimo dai giocatori e soprattutto dai miei collaboratori. Una finale mondiale non è una gara facile, ma forse il momento psicologicamente più complicato è stato dopo aver annullato il gol a Higuain, cosa che inevitabilmente ha creato qualche tensione. Per fortuna in campo internazionale si conosce il livello degli arbitri italiani, i giocatori si fidano di noi, ci si parla e tutto si può sistemare. Sono molto orgoglioso di aver rappresentato gli arbitri italiani qui al Mondiale e alla finale. A loro, e alla mia famiglia, dedico questa mia esperienza”.

Dagli studi Rai hanno allora chiesto a Rizzoli se secondo lui fosse giusto che i fischietti parlino dopo le partite di Serie A, quando spesso vengono bersagliati dalla stampa per questo o quell’errore; come ovvio si toglie allora qualche sassolino dalle scarpe asserendo che “c’è spesso della dietrologia nella valutazioni delle situazioni, quando si è molto coinvolti in quanto tifosi è difficile comprendere“. E proprio Enrico Varriale dovrebbe saperne qualcosa: due anni fa lo attaccò duramente in occasione della finale di Supercoppa Italiana a Pechino tra Napoli e Juve, quando Mazzoleni assegnò un penalty ai bianconeri probabilmente su segnalazione di Rizzoli che era arbitro di porta. Anche quest’anno Rizzoli è stato spesso criticato per alcune sue decisioni (come nel derby della Mole allo Stadium), mentre nel mondo intero ieri lo hanno conosciuto e apprezzato per la sobrietà, bravura e fermezza: unanimi i giudizi positivi sulla stampa estera, solo in Argentina qualche piccola recriminazione per il presunto fallo di Neuer su Higuain al 56esimo.

Per la serie (riutilizzando al volo le parole dello stesso Rizzoli): quando si è molto coinvolti in quanto tifosi è difficile comprendere. Appunto.

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