È arrivato dal Verona in prestito con diritto di riscatto, come Pereyra dall’Udinese, ma nell’idea di tanti cronisti e altrettanti tifosi l’italo-brasiliano Romulo sarebbe stato il vero uomo in più della Juventus 2014/15. Le prestazioni erano dalla sua, tant’è che per Paratici e Marotta veniva addirittura prima come esigenza anche del compagno di squadra Iturbe, poi aggiudicato alla Roma.

D’altronde sulla destra, con chance anche di operare da jolly di centrocampo, Romulo era l’uomo assolutamente necessario per sostituire il deludente Isla e far rifiatare con qualità un certo Lichtsteiner. Di Romulo però non c’è traccia, o meglio c’è adesso in panchina, ma spazio poco, davvero poco.

Qual è il problema? Allegri non lo vede, è ancora indietro di preparazione dopo l’intervento chirurgico (nulla di che) avuto a settembre o c’è dell’altro? La verità sarebbe la terza, che condiziona poi a valanga tutto il resto. Romulo soffre infatti di una fastidiosissima pubalgia, quella che di fatto gli ha fatto dire di no al mondiale, un problema che tra i calciatori è il più temuto in assoluto.

La cura è il riposo, ma il riposo è restare fuori forma e senza ritmo partita. Che poi è una cura fino a un certo punto. Esistono esempi di grandi campioni del passato, per esempio Beppe Furino per dieci anni capitano dei bianconeri, che hanno convissuto con la pubalgia praticamente senza allenarsi mai ma giocando la domenica. Romulo però non può permetterselo, non ha uno status acquisito e si gioca praticamente tanto, se non tutto, in una stagione nata per il momento molto male.

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ultimo aggiornamento: 08-11-2014


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