
Igor Tudor festeggia la qualificazione in Champions con la squadra (Foto IG @juventus - calcioblog.it)
La Juventus prepara la rifondazione per la prossima stagione per ripartire ma l’allenatore diventa una scelta obbligata.
La sensazione è chiara da tempo, ma ora inizia a prendere la forma di una certezza: alla Juventus si prepara una rifondazione profonda, quasi inevitabile. La stagione che si è appena chiusa ha lasciato strascichi pesanti, sia sul piano dei risultati che su quello della credibilità del progetto tecnico.
In casa bianconera il tempo delle mezze misure sembra finito. C’è bisogno di un cambio di passo vero, deciso, strutturale. E tutto partirà, ancora una volta, dalla panchina. Perché se c’è un punto da cui ripartire, quello è senza dubbio il ruolo dell’allenatore.
Juventus scelta obbligata
Dopo aver assistito al fallimento del progetto Allegri bis, e con le aspettative mai sbocciate su Motta, la Juventus si è ritrovata in un vortice di incertezze. Un limbo tecnico dal quale è difficile uscire senza uno strappo netto. I primi tentativi di rilancio, con i nomi altisonanti di Antonio Conte e Gian Piero Gasperini, sono sfumati prima ancora di entrare davvero nel vivo. Il primo ha scelto Napoli, il secondo ha preferito rimanere saldo al timone dell’Atalanta. E così, ai vertici del club si è tornati al punto di partenza.
A rendere il tutto ancora più complesso, ci si è messa anche la figura di Cristiano Giuntoli. Arrivato come salvatore della patria, con alle spalle l’exploit da direttore sportivo del Napoli campione d’Italia, si è ritrovato a gestire una situazione forse più delicata di quanto potesse immaginare. Con poche coperture ai piani alti – di fatto solo Maurizio Scanavino a filtrare le pressioni – e con scelte discutibili, il suo primo anno alla Juve è stato più un percorso a ostacoli che un cantiere promettente. E oggi, secondo più di una voce, anche il suo futuro potrebbe essere rimesso in discussione.

Nel frattempo, la guida tecnica è temporaneamente affidata a Igor Tudor, chiamato a salvare la stagione e condurre la squadra nel Mondiale per Club, appuntamento che tra pochi giorni vedrà i bianconeri impegnati in un palcoscenico internazionale prestigioso ma scomodo. L’allenatore croato conosce l’ambiente, ha già allenato la Juventus da vice, e gode di una buona reputazione. Però, nonostante l’impegno e la professionalità, la sensazione è che non sarà lui a guidare la squadra nella prossima stagione.
La dirigenza, infatti, si sta muovendo sottotraccia per individuare un profilo che possa garantire esperienza, credibilità e una certa capacità diplomatica, vista la situazione delicata che si respira a Torino. Al momento, i nomi sul tavolo sono pochi ma pesanti. E salvo sorprese dell’ultima ora, la Juventus sembra orientata verso due figure che conoscono molto bene il calcio italiano ed europeo. Si tratta di Stefano Pioli, reduce da un ciclo importante con il Milan, e di Roberto Mancini, attualmente fuori dai radar del calcio di club ma ancora nome di prestigio assoluto.
Due ipotesi che fino a poche settimane fa sembravano secondarie, ma che ora potrebbero diventare centrali nella nuova Juventus. Una Juventus che, più che mai, ha bisogno di tornare a essere squadra. E soprattutto, di tornare a vincere.