La Lazio depenna dall’ormai perennemente aggiornata lista “problemi da risolvere” la grana legata a Luis Pedro Cavanda, il terzino angolano naturalizzato belga che era finito ai margini della squadra (per non dire brutalmente “fuori rosa“) l’inverno scorso, ad allenarsi con gli altri epurati eccellenti Zarate, Diakité e Foggia: col contratto in scadenza nel 2014, Lotito e Tare d’accordo con mister Petkovic avevano tutte le intenzioni di non lasciar partire il giocatore rinnovandogli la fiducia ma una serie di incomprensioni avevano fatto precipitare in men che non si dica la situazione facendo scontenti tutti. Riepiloghiamo la vicenda per fortuna a lieto fine.
Cavanda durante lo scorso ritiro estivo sorprende positivamente Petkovic che non esita a buttarlo nella mischia da titolare dopo la non brillante esperienza di un anno prima, in prestito a Bari; il belga è uno dei migliori, per questo la dirigenza convoca l’agente Zavaglia e il giocatore stesso per proporre loro un adeguamento contrattuale: dagli 80mila euro all’anno, i biancocelesti erano disposti ad arrivare a 200mila più bonus a salire in relazione alle sue prestazioni. Siamo a ridosso di Natale, le parti sono d’accordo, poi però arriva il colpo di scena: Cavanda cambia agente, da Zavaglia a Savini (lo stesso di Diakité) e si convince che può guadagnare di più.
Sirene inglese lo ingolosiscono, Savini spinge per non mollare, il 26 febbraio scorso quest’ultimo rivela:
“Il suo contratto scade tra un anno e mezzo, il problema è che l’offerta non si può accettare. L’accordo che vanta la Lazio era stato trovato con il precedente agente, ma le cifre sono troppo basse. Noi non abbiamo neanche fatto una richiesta, perché ci è stato detto ‘il contratto è questo: prendere o lasciare’, e noi abbiamo deciso di lasciare. Non è vero che la Lazio aveva già un accordo per Cavanda, aveva un accordo con il precedente procuratore, non con lui, che poi ha cambiato agente. L’umore del calciatore? Il ragazzo è molto dispiaciuto, perché stava giocano molto e bene, e non gradisce di essere stato messo ai margini”.
Lotito però è irremovibile, come nel suo stile:
“Abbiamo ottenuto risultati anche senza Cavanda, se adesso Cavanda diventa addirittura indispensabile siamo finiti… Non voglio fare paragoni con casi simili di altre società. Noi abbiamo la nostra linea di comportamento e ci atteniamo a questa. I giocatori sono dei dipendenti e devono seguire i dettami della società, se non vogliono possono trovarsi un’altra sistemazione”.
Così Savini comincia a “sbattere” cercando il meglio per il suo assistito, in realtà però nessun club è realmente interessato a lui, ancora giovane (è nato a Luanda nel ’91) e di fatto non completamente esploso; il Sunderland, che ha prelevato Diakité a zero, si informa ma non affonda il colpo, a inizio luglio la Lazio lo convoca per il ritiro di Auronzo. Prima di partire, qualche giorno fa, il giocatore appariva spaesato:
“Dopo sei mesi fuori rosa senza un motivo sono confuso. Venerdì parto per Auronzo, non so nemmeno se mi faranno allenare con la squadra, salgo per vedere cosa succede. Non so se rimarrò”.
Neanche una settimana e si intravedono spiragli in termini di prosecuzione del matrimonio, oggi la fumata bianca: Cavanda ha rinnovato fino al 2018 coi biancocelesti, guadagnando 260mila euro per il primo anno, quindi 300mila a partire da successivi. Lo riporta Sky Sport, ma anche l’agente Ulisse Savini che annuncia a LaLazioSiamoNoi:
“C’è l’accordo, tra domani e mercoledì firmeremo il contratto fino al 2018”.
Il classico incontro a metà strada. Petkovic evidentemente ha fatto ragionare i litiganti.
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