Il ruolo dei procuratori nel mondo del calcio. E’ la nuova questione sollevata da Claudio Lotito ospite della trasmissione radiofonica CalcioMix24 di Giovanni Minoli su Radio24. Il presidente della Lazio e consigliere della FIGC, ha avanzato l’ipotesi di una deregulation atta sostanzialmente a diminuire il potere dei procuratori contrattuale nei confronti dei calciatori. Il primo passo che ha in mente Lotito è l’abolizione dell’albo e la possibilità di cambiare procuratore più facilmente, da parte di un calciatore:

“Porterò in consiglio federale la deregulation dei procuratori, per cui non ci sarà più un albo: in questo settore c’è molta ambiguità economica nel passaggio tra i procuratori e questo a causa di alcune norme che avevamo nel nostro sistema. Nel momento in cui ci sarà la deregulation, verrà meno il diritto prioritario che un calciatore ha nei confronti del suo procuratore. Diciamo che c’è stata in passato una connivenza tra club, procuratori e calciatori. Un pot-pourri che ha determinato una forma di consociativismo. Io non sono per il consociativismo, sono per la condivisione. Oggi i calciatori hanno un procuratore, che è registrato, e dal quale non si possono muovere. Schiavi? No, meglio dire condizionati. Allora nel momento in cui si ha la deregulation, ognuno si prende chi vuole, nel momento che vuole, e se lo vuole. A quel punto viene meno il potere contrattuale del procuratore. Non so se siano stati coperti tanti affari ambigui in questi anni, sono cose che non mi appartengono”.

Le prime critiche verso la proposta di Lotito non tardano ad arrivare dal mondo dei procuratori. Vincenzo Morabito, dal suo profilo Facebook, sostiene che l’abolizione dell’albo non porterebbe benefici in termini di professionalità e danneggerebbe gli stessi calciatori:

“L’abolizione dell’albo indebolisce la figura dell’agente ma provoca un danno anche ai calciatori e ai club che si troveranno ad interloquire con figure meno preparate e meno competenti. Mentre ci sono federazioni come quella inglese che aumentano i controlli e i vincoli per gli agenti, quella italiana si inventa la deregulation. Se queste sono le nuove riforme mi sa che, al pari della politica, ci aspetta un futuro ancora più nero.

Lotito ha toccato anche l’argomento riguardante lo “Stadio delle Aquile”, il progetto del nuovo impianto biancoceleste che per ora è un’idea agli albori e rimasta tale. Il numero uno laziale chiede parità di trattamento con i cugini della Roma:

“Dieci anni fa, sono stato un antesignano e abbozzai un’ipotesi di progetto che poi mi fu tarpato su presupposti di alcuni vincoli. Sono curioso di vedere che cosa succede a quello della Roma che si trova in una condizione forse peggiore di quel progetto della Lazio. È totalmente infondato dire che vorrei una legge senza regole per mettere a frutto i miei terreni sulla Tiberina. Innanzitutto non ho scelto ancora la location, ma al di là di questo, penso che uno stadio debba avere un’auto consistenza di carattere economico-finanziario, un equilibrio economico-finanziario finalizzato sia alla realizzazione che al mantenimento. Quei terreni erano un’ipotesi di lavoro. È si tratta di un’ipotesi ancora vera, distribuita su ben 550 ettari. Penso la più grande proprietà del comune di Roma. Se quei terreni sono a rischio esondazioni? Se lo fossero, figuriamoci quelli che stanno sulla sponda del Tevere che è dove verrà realizzato lo stadio della Roma. Ripeto: sono curioso di vedere che cosa succede, se ci sarà una parità di trattamento”.

E infine Thohir vs Moratti, il presidente della Lazio si schiera con l’indonesiano:

“Moratti ha rappresentato il periodo passato, del grande mecenate, che per passione ha investito tanti soldi. Oggi sicuramente il calcio, con il fair play finanziario necessità di un equilibrio economico-finanziario della società. E quindi non consente più di coltivare alcune passioni, che possono trovare consenso e invece viceversa, nella fattispecie trovano dissenso. Thohir rappresenta il nuovo modo di fare calcio. Non so se servisse qualcuno dall’Indonesia per ottenere questo rigore, questa è una scelta che non sta a me valutare perché Thohir è entrato nel sistema calcio con le idee chiare e sta dimostrando di avere capacità gestionali. Se è bravo? È un presidente che rispecchia la nuova filosofia del fare calcio”. Poi su Galliani: “Non si misura il potere contrattuale e la credibilità, è l’autorevolezza che uno acquisisce attraverso il consenso dei proprio colleghi: sotto questo punto di vista Galliani è il dirigente numero uno del calcio europeo, affettivamente parlando”.

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ultimo aggiornamento: 04-11-2014


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