Uno spettacolo sportivo, una partita di calcio si è trasformata in una scena di violenza senza precedenti, ben 17 espulsioni al termine.
Senza ombra di dubbio, quello che è accaduto oggi in diretta tv ha lasciato tutti di stucco. Per qualche minuto nessuno ha davvero capito cosa stesse succedendo, però le immagini parlavano da sole e mostravano un clima che nulla aveva a che fare con la lealtà e il fairplay. Prima si sono visti solo alcuni giocatori discutere animatamente, poi la situazione è precipitata con una velocità impressionante, tanto che gli spettatori da casa hanno avuto l’impressione di assistere a qualcosa di completamente fuori controllo.
Il calcio, e lo sport in generale, dovrebbe essere educazione e confronto civile. Tutti ce lo ripetiamo da anni, quasi fosse un mantra, però basta una scintilla a mandare in frantumi ogni buona intenzione. E la scintilla, questa volta, è scattata in un modo tanto banale quanto assurdo. Le telecamere indugiavano ancora sul campo quando è iniziato tutto, lasciando gli opinionisti in studio a bocca aperta, mentre i social esplodevano in pochi secondi di commenti increduli.
Forze dell’ordine e spray al peperoncino per placare gli animi
Solo dopo si è capito che quell’esplosione di violenza non era un malinteso né una semplice scaramuccia. Dopo il fischio finale del match di Copa Bolivia tra Oruro e Blooming, è partita in campo una rissa selvaggia che nessuno è riuscito a fermare. I giocatori si sono affrontati corpo a corpo, coinvolgendo anche membri degli staff e creando una baraonda mai vista a quei livelli. La polizia è stata costretta a intervenire con decisione, usando manganelli e persino spray al peperoncino per riuscire a separare i gruppi e riportare un minimo di ordine.

Parita di calcio boliviana finisce in tragedia (Foto IG @realorurooficial
– calcioblog.it)
Il bilancio è impressionante e dà la misura della gravità dell’accaduto: ben diciassette espulsi tra calciatori e componenti dello staff. Una cifra che, da sola, racconta meglio di qualsiasi parola la portata di quanto avvenuto. Tutto è iniziato mentre il Blooming stava festeggiando il passaggio in semifinale. Un giocatore dell’Oruro si è sentito evidentemente provocato da quelle esultanze sotto il suo naso, interpretandole come una mancanza di rispetto. L’irritazione si è trasformata in urla, le urla in spintoni e gli spintoni in una rissa in piena regola che ha scosso l’intero Paese.
È stato come vedere accendersi un incendio da un semplice cerino. Il famoso comico Antonio Albanese, ai tempi di Mai dire gol, lo avrebbe descritto con la sua frase rimasta nella memoria degli appassionati: “all’improvviso l’incoscienza”. Ed è proprio l’incoscienza la vera protagonista di questo episodio. Si è vista negli occhi di chi lanciava pugni, nelle reazioni impulsive, negli allenatori incapaci di fermare i loro stessi giocatori. Tutto davanti alle telecamere, un delirio collettivo tutto davanti a chi considera il calcio un momento di gioia e non uno scenario di guerra.
Senza ombra di dubbio, questa pagina resterà tra le più buie del calcio boliviano. Ora si aspettano decisioni severe da parte della federazione e, soprattutto, una riflessione profonda su come sia possibile che una partita di calcio si trasformi in un campo di battaglia. Perché il calcio può far discutere, questo è normale, però ciò che si è visto oggi supera ogni limite e impone un esame di coscienza collettivo.

Mega rissa in campo alla fine sono 17 gli espulsi placati solo dalla polizia (Foto IG @prima_communication_italy - calcioblog.it) 












