La Spagna idolatra i suoi campioni con religioso ossequio: Iker Casillas è probabilmente il portiere più forte del mondo, non fosse altro per il suo palmares, e in terra iberica, in cui è sicuramente il numero uno più bravo di sempre, non a caso lo chiamano San Iker. Il curriculum, così come i numeri, parlano per lui: ha vinto tutto, ha giocato quasi tutte le partite, col Real Madrid ha saltato appena 9 incontri su 105 in Champions e, al netto degli acciacchi, dal 2002 è sempre partito titolare a difesa della porta delle merengues. L’ultima volta che si accomodò in panchina si giocava la finale di Champions col Bayer Leverkusen, Vicente Del Bosque gli preferì Cesar dal primo minuto ma quest’ultimo finì ko a gara in corso e il giovane Iker, già comunque considerato tra i migliori estremi difensori del pianeta a 21 anni, fu decisivo nel 2-1 finale. Da allora, che fosse stata camiseta roja o camiseta blanca, lui c’è sempre stato, sin dal primo minuto.

Quest’anno però qualcosa è cambiato: già a dicembre a Malaga Casillas si era accomodato in panchina (e giù critiche nei confronti di Mourinho che per altro perse la sfida della Rosaleda per 3-2), poi a metà gennaio il portierone spagnolo si fratturò il pollice della mano sinistra e finì in infermeria tanto da costringere la dirigenza madridista a dirottare su Diego Lopez, gigante del Siviglia che fu secondo proprio di Casillas al Bernabeu tra il 2005 e il 2007. Lopez ha mostrato qualche incertezza iniziale ma poi ha preso confidenza e ha sfoderato ottime prestazioni: nella doppia sfida contro il Manchester United in Champions League ma anche contro il Barça in Coppa del Re, mentre Casillas pian pianino guariva dall’infortunio. Fino al via libera dato dai medici: il numero uno del Real è guarito, Mourinho però non lo vede più.

Nelle partite giocate la settimana scorsa dalla Spagna, Del Bosque non lo ha convocato, stesso trattamento dedicatogli dallo Special One sabato contro la Real Saragozza; gioca Diego Lopez, una buona prestazione come al solito: “Non posso dire che sarà lo stesso da qui alla fine della stagione. Ma una volta di più Diego Lopez ha giocato un ottimo match, come già contro il Manchester United o in altre occasioni” ha spiegato a fine gara il lusitano che stasera sarà di scena a Madrid contro il Galatasaray. Casillas non ci sarà, nemmeno convocato: “Iker si sta allenando bene, deve aspettare la sua occasione, sono sempre stato onesto con lui“. E poi: “Ha il via libera dei medici, ma non ancora quello competitivo“. Perché questo mezzo accanimento?

I conti si fanno presto, quella dell’allenatore di Setubal pare una vendetta per tutte gli spifferi che in passato erano usciti dallo spogliatoio Real: imputato numero uno, almeno nei pensieri di Mourinho, era proprio Casillas per via della relazione con la giornalista Sara Carbonero. E ora che l’addio quale tecnico delle merengues pare a un passo (magari vincendo la Champions come nel suo stile, vedi le partenze da Porto e dall’Inter), si toglie qualche sassolino dalla scarpa, così, a cuor leggero. Intanto però San Iker trema e ci vorrà tutta la sua classe per riprendersi quello che la sfortuna e Mourinho gli ha levato in questa stagione: in fondo capitò anche a Gigi Buffon con Storari e in una certa misura con Abbiati (ma solo per guai fisici), in entrambi i casi si è ripreso la maglia da numero uno grazie al suo status, certificato non a caso, di campionissimo.

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