Maurizio Sarri continua ad essere accostato alla Juventus per il dopo Allegri. Il destino della panchina bianconera è uno dei tempi più dibattuti in questi giorni dal mondo pallonaro italiano, ma così come l’addio al tecnico livornese è avvenuto nel massimo riserbo, allo stesso modo dalla Continassa non trapela nulla sul nome del successore. Sono solo i media che stanno tentando di carpire i movimenti di Fabio Paratici per giungere al nome del candidato giusto.

Nella giornata di ieri ci sarebbe stato un incontro con Pep Guardiola in un noto hotel milanese, ma nonostante qualcuno parli già di intesa di massima con la Juventus, i grandi gruppi editoriali rimangono molto tiepidi. Anzi, nelle ultime ore il nome più accreditato per la successione ad Allegri sembra essere quello di Maurizio Sarri. L’ex tecnico del Napoli, quest’anno ha vissuto una stagione altalenante al Chelsea, ma se in campionato il risultato non è stato esaltante, ha ancora la possibilità di conquistare un’Europa League. E qualcuno sostiene che proprio dopo quella data la Juventus annuncerà il nome del nuovo allenatore.

Sarri: “Più felice in Italia, perché?”

Parlando durante il Media Day del Chelsea, però, Maurizio Sarri si è chiamato fuori anche dalla corsa alle panchine di Milan, Roma e Inter: “Sto pensando solo alla finale contro l’Arsenal – ha dichiarato l’ex Napoli -, ho due anni di contratto col Chelsea e non ho contatti con altri club. Sono contento di restare in Blues, ma voglio parlare con la società e capire se sono soddisfatti di me. Dobbiamo parlare della situazione, ma è normale farlo a fine stagione. Non capisco perché dovrei essere più felice di tornare in Italia, il mio modo di fare calcio si può proporre anche in Inghilterra e non è un caso che negli ultimi due anni abbia vinto il City che ha un gioco simile al mio modo di pensare questo sport”.

Quanto al suo personale bilancio dopo il primo anno di Chelsea, Sarri è sicuro che la valutazione della società londinese non cambierà in base alla conquista o meno dell’Europa League. “Se le cose stessero così, andrei via immediatamente. Dopo 10 mesi di lavoro duro non posso giocarmi tutto in 90 minuti, non sarebbe giusto. O uno è soddisfatto del mio lavoro – conclude – o non lo è”.

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ultimo aggiornamento: 22-05-2019


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