Le parole di Tiago Pinto, ex direttore sportivo della Roma, sulla sua esperienza in giallorosso. I dettagli
Tiago Pinto ha parlato ai microfoni di INews della sua esperienza con la Roma.
MOURINHO – «Lavorare con un uomo dal profilo così importante è impegnativo. Ed è esigente, avendo vinto così tanto ha standard elevati. Io ho iniziato a lavorare con lui quando avevo 36 anni: per un giovane direttore lavorare normalmente con Mou non è possibile. Ho imparato molto da lui, è uno degli allenatori più importanti della storia. Il calcio ha dei cicli, a volte sei d’accordo e altre no, ma nessuno può minimizzare il grande impatto che ha avuto a Roma. Quello che ti colpisce ogni giorno è cosa significa per le persone. Che tu sia a Londra, Reykjavik, Dubai o in qualsiasi altro posto, è qualcosa di straordinario. Difficile trovare qualcuno che tocchi il cuore della gente come lui, per quanto altri hanno vinto tanto o anche più di lui. Un esempio: giocavamo in Conference a Sofia, novembre, con un tempo terribile. Nevicava e faceva molto freddo, abbiamo vinto 3-2 una partita che ha portato brutte sensazioni. A mezzanotte, uscito dallo stadio, c’erano 100-200 persone che lo aspettavano e gridavano per lui. È andato lì, ha fatto foto e autografi, io lo guardavo dal bus e pensavo come si stesse prendendo un quarto d’ora per questa cosa, con tutti che congelavano. Sembra un dettaglio ma alla fine lavoriamo per le persone e questa è la cosa più speciale di Mourinho».
ROMA – «È stata una grande sfida, mi piace vivere il rischio”. Ora che è senza impiego, Tiago Pinto è stato accostato a un possibile futuro in Premier League, con il Newcastle: “Se un grande club come il Newcastle chiede di parlarti, non puoi che essere interessato. Conosco bene la storia del club, in Portogallo sir Bobby Robson era una grande personalità. Il lavoro della nuova proprietà è impressionante: grazie a una strategia intelligente sono passati dalla lotta per non retrocedere alla Champions, c’è un potenziale enorme. Non so se l’interesse sia vero o meno, ma chi direbbe di no a un progetto del genere?».
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