Il contratto che legava Morgan De Sanctis al Napoli scadeva nel giugno del 2013 dopo 4 stagioni alle pendici del Vesuvio; scriviamo al passato perché prima delle vacanze di Natale scorse l’agente del portiere Federico Pastorello aveva già trovato un accordo di massima per prolungare il rapporto tra il suo assistito e il club partenopeo, a febbraio poi il nero su bianco e l’ufficialità: De Sanctis difenderà i colori azzurri fino al 2015 quando avrà 38 anni e potrà seriamente pensare alla fine di una discreta carriera. Dopo esser cresciuto nelle Giovanili del Pescara, questo estremo difensore classe ’77 nativo di Guardiagrele fu acquistato dalla Juve dove fu poco più che una meteora; quindi tantissima Udinese, due esperienze interessanti all’estero con Siviglia e Galatasaray, quindi il Napoli da protagonista.

Ora De Sanctis è considerato uno dei più forti portieri italiani, tanto da guadagnarsi puntualmente le chiamate in Nazionale da parte di Cesare Prandelli; temperamento a volte eccessivo, giocatore umorale, raramente fa errori grossolani anche se la papera del Franchi contro la Fiorentina a fine gennaio ha fatto storcere più di un naso tra i tifosi napoletani. Oggi il numero uno azzurro ha parlato a Radio Marte e ha difeso il suo operato:

“Faccio questo mestiere da sempre, alcuni giudizi su di me sono inesatti. Basta guardare le statistiche e i dati, non sono oneste intellettualmente queste critiche. Sono cose che non stanno nè in cielo nè in terra, mi ritengo uno dei migliori interpreti nel ruolo nelle palle alte e in quelle basse. Ho sempre giocato ad alti livelli anche in campo internazionale e lasciatemi dirlo con un pizzico di presunzione. I rinvii ritardati? Col mister abbiamo impostato un altro tipo di gioco, preferiamo far partire l’azione dai difensori. Le condizioni del terreno di gioco non aiutano”.

De Sanctis assurge al ruolo di avvocato difensore non solo di se stesso, ma di tutta la squadra:

“Sono da quattro anni al Napoli, nella realtà dei fatti c’è qualcuno che cerca sempre di minare il nostro ambiente. Storcere il naso contro una squadra seconda in classifica dietro la Juve è veramente fuori luogo. Ci sono atteggiamenti non comuni che cercano di incendiare sempre qualcosina che rappresenta qualcosa di bello di questa realtà. Ho vissuto delle situazioni personalmente, basti pensare che per l’episodio di Napoli-Lecce ho dovuto giustificare qualcosa di assurdo, c’è stata un’azione criminale nei confronti del Napoli e della squadra. “Un giorno quando il Napoli vincerà lo scudetto qualcuno avrà certamente qualcosa da dire anche in quel caso. I tifosi devono apprezzare quello che la squadra fa sul campo. Il Napoli è un’eccellenza che bisogna salvaguardare. Se 60mila persone vengono per aiutarci allora ci danno una grande mano ma se già dal 10° minuto iniziano a mugugnare, certamente, non ci aiutano”.

Suona la carica e chiede i tre punti a Verona contro il tradizionalmente ostico Chievo, invoca concentrazione per lo sprint finale, ma sopratutto loda i suoi compagni, quelli che ci sono e pure quelli che se ne sono andati:

“Ultimamente ho sentito dire che Cavani non riesce a segnare perché si sacrifica per la squadra si sbaglia, è una vera e propria follia. E’ quello l’atteggiamento che un grande campione deve avere. Mazzarri? Il mister sta lavorando sul 4-3-3, è un modulo che gli piace e ci sono calciatori funzionali per questo tipo di gioco. Lavezzi? Il Pocho mi manca tantissimo soprattutto a livello umano. Dal punto di vista calcistico la squadra ha dimostrato di poter fare a meno di Lavezzi. Adesso c’è Insigne, sarà uno dei grandi top player italiani, ha un futuro garantito questo ragazzo. C’è anche Pandev che prima o poi tornerà a segnare”.

Insomma, Morgan De Sanctis è il solito uomo spogliatoio: che nel futuro, a guantoni riposti in soffitta, continuerà ad esserci il Napoli?

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interviste morgan de sanctis Napoli

ultimo aggiornamento: 07-03-2013


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