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Europa League, la Juve becca il Benfica: tutto quello che c’è da sapere sui lusitani

[blogo-video provider_video_id=”f_ABmuhj0Ik” provider=”youtube” title=”SL Benfica vs AZ Alkmaar 2-0 2014 ~ All Goals & Highlights ~ Europa League 2014″ thumb=”” url=”http://www.youtube.com/watch?v=f_ABmuhj0Ik”]

Dunque Benfica: Ciro Ferrara, ambasciatore Uefa della Finale di Europa League a Torino, “regala” alla sua Juventus l’avversaria più temibile per le semifinali in programma tra due e tre settimane, una squadra solida, in salute e piena di qualità, per altro assetata di riscatto dopo aver perso ad Amsterdam l’ultimo atto dello scorso torneo contro il Chelsea. Parziale vantaggio per i bianconeri il fatto di giocare l’andato allo Stadio Da Luz di Lisbona il 24 aprile, un impercettibile movimento dell’ago della bilancia a favore di Antonio Conte e i suoi ragazzi ben consci che per arrivare fino in fondo dovranno giocare due partite molto più toniche di quelle non irresistibili contro il Lione. Scopriamo dunque nel dettaglio che tipo di formazione è quella allenata da Jorge Jesus, dodici mesi fa sconfitto su tutti i fronti a un centimetro dal nastro di arrivo (andò male per un soffio anche in campionato e coppa nazionale) e anch’egli, come i suoi giocatori, conscio di potersi prendere con gli interessi ciò che gli era stato tolto nel maggio 2013.

I giocatori

La rosa è di tutto rispetto con giocatori nel pieno della maturità, molti dei quali di lignaggio internazionale. In porta staziona Artur, ex Cesena e Roma, mentre la difesa, rigorosamente a 4, può contare su capitan Luisao oltre che su Ezequiel Garay, difensore argentino ex Real Madrid definitivamente esploso nella capitale portoghese; sugli esterni solitamente agiscono Maxi Pereira, una vita con la maglia rossa delle aquile, e un’altra vecchia conoscenza del nostro calcio, cioè Guilherme Siqueira (soprattutto Udinese). La mediana del Benfica abbina qualità, quantità e un pizzico di freschezza vista la giovane età di alcuni interpreti: Markovic è una stellina ormai luminosa, Salvio un peperino di difficile contenimento, Gaitan garantisce muscoli e sostanza, ma non vanno dimenticati anche altri elementi di tutto rispetto come Perez, altro incontrista prezioso, il serbo Fejsa, che si fa trovare sempre pronto, e i portoghesi Amorim e Silvio. Il reparto offensivo completa poi il tutto con giocatori dall’alto tasso tecnico: Oscar Cardozo non ha bisogno di presentazioni, ma anche lo spagnolo Rodrigo è in costante crescita, così come una garanzia sono Miralem Sulejmani, ex Ajax che già incontrò la Juve in Europa League nel 2010 (andando in gol all’andata), e Lima, brasiliano ex Braga quest’anno miglior realizzatore della squadra.

Il campionato

Il Benfica, così come i suoi prossimi avversari, è a un passo dal conquistare il titolo in Portogallo dopo quattro anni di digiuno: sarebbe il 33esimo scudetto della loro gloriosa storia (record in patria anche se negli ultimi venti anni ne hanno vinti appena 2), d’altra parte manca solo la matematica certezza. A quattro giornate dalla fine, hanno 7 punti di vantaggio sullo Sporting Lisbona cosicché già nel prossimo turno potrebbe scattare la festa: impegno fuori casa con l’Arouca mentre i biancoverdi saranno chiamati ad affrontare in casa il Gil Vicente. Reduci da nove vittorie consecutive (e in serie utile da 25, in pratica hanno perso solo all’esordio col Maritimo), la corazzata di Juan Jesus è brillante anche nelle coppe: sia in quella di lega che nella Taça de Portugal sono in semifinale (in entrambe le competizioni contro il Porto). Insomma non c’è trippa per gatti quest’anno in Portogallo.

Il cammino europeo

Secondo nello scorso campionato, il Benfica si è di diritto qualificato alla fase a gironi della Champions League 2013/2014: inserito nel Gruppo C con Paris Saint Germain, Olympiakos Pireo e Anderlecht, è arrivato al terzo posto retrocedendo quindi in Europa League (3 vittorie, 1 pari e 2 ko, letale quello in Grecia). Nella sorella minore della coppa dalle grandi orecchie, i rossi di Lisbona hanno subito dimostrato gamba e qualità, trucidando gli avversari capitati sul loro cammino: ai sedicesimi doppia vittoria, senza subire gol, contro il PAOK Salonicco, quindi colpaccio contro il Tottenham, battuto anche a domicilio per 3-1, infine i quarti dove non hanno trovato grandi difficoltà ad estromettere l’AZ Alkmaar di Dick Advocaat con un risultato totale di 3-0. I numeri sono importanti, il successo a Londra dimostra personalità, la voglia è quella di arrivare fino in fondo. Juve permettendo, s’intende.

La maledizione

Bela Guttmann lanciò un anatema singolare contro il Benfica quando venne licenziato del club: l’allenatore ungherese aveva vinto due Coppe Campioni (gli unici trofei internazionali ad oggi del club) e ci rimase molto male quando fu sollevato dall’incarico, tanto da maledire la squadra per i prossimi cento anni. Da allora i lusitani hanno giocato 7 finali europee perdendole tutte, non è record perché c’è chi è riuscito a far peggio: proprio la Juve, che di finali continentali ne ha perse la bellezza di 8. Se fosse stato l’ultimo atto della competizione, questo Juve – Benfica avrebbe avuto ancor più da dire. Per la cronaca, comunque, i precedenti ufficiali tra queste due formazioni sono due: semifinale di Coppa dei Campioni nel ’68 (prevalsero i portoghesi vincendo 2-0 in casa e perdendo 1-0 a Torino) e quarti di Coppa Uefa del 1993, in quel caso però al 2-1 al Da Luz rispose la Juve di Trapattoni con un 3-0 al Delle Alpi.



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