Non è stato sufficiente il lavoro di mediazione svolto dal Ministro degli Esteri Emma Bonino. Domani sarà lo stesso Enrico Letta (su pressione di Giorgia Meloni, deputata di FDI) ad interessarsi al caso dei 22 tifosi laziali arrestati lo scorso 28 novembre in Polonia. Il Presidente del Consiglio, infatti, domani sarà a Varsavia per un incontro bilaterale tra Italia e Polonia già in programma da tempo, ed approfitterà dell’occasione per cercare di sbloccare diplomaticamente questo caso intricato. Undici dei 22 tifosi sono già stati processati e condannati per direttissima, in un contesto surreale, con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale.
Nessun avvocato li ha assistiti nel momento del breve dibattimento e gli unici testimoni ammessi a parlare dal Giudice sono stati gli stessi poliziotti responsabili degli arresti. In più, come se tutto questo non bastasse, pare che gli 11 cittadini italiani siano stati costretti a firmare un’ammissione di colpevolezza su un foglio scritto tutto in lingua polacca, senza che nessuno si fosse preoccupato di specificare loro il contenuto di tale documento. Gli altri 11 tifosi al momento in stato di fermo sono in attesa di giudizio per il reato di ‘adunata sediziosa’, ma potrebbero cavarsela con una multa o comunque essere liberati sotto cauzione prima del processo.
Considerate le moltissime testimonianze dei tifosi laziali che sono riusciti a scampare a questa vera e propria mattanza, è divenuto da subito indispensabile l’interessamento diplomatico per fare luce su questa vicenda vergognosa. Dopo i colloqui del Ministro Emma Bonino con il suo omologo polacco, Radoslaw Sikorski, questa mattina due eurodeputati di Fratelli d’Italia, Scurria e Fidanza, si sono recati in Polonia dove sono riusciti ad incontrare una parte degli incarcerati. Questo il loro comunicato congiunto:
«Gli eurodeputati di Fratelli d’Italia Carlo Fidanza e Marco Scurria, da ieri sera a Varsavia per seguire da vicino la vicenda dei 22 tifosi laziali ancora detenuti, hanno visitato il carcere di Bialoleka e incontrato alcuni dei ragazzi. I ragazzi nei giorni del fermo hanno subito un trattamento non degno di un Paese dell’Unione europea. Ora le condizioni di detenzione sono migliorate, ma abbiamo voluto incontrare il direttore del penitenziario per segnalare alcuni aspetti ancora critici. Pesa psicologicamente sui ragazzi l’incertezza assoluta, l’indefinitezza del quadro accusatorio e la difficoltà nei contatti con le famiglie. Ora è tempo di accelerare la risoluzione del caso, intensificando le pressioni a tutti i livelli perché vengano ridotti al minimo i tempi burocratici per consentire il pieno diritto alla difesa e l’individuazione di una soluzione definitiva che porti alla scarcerazione, in attesa di verificare in sede processuale le effettive responsabilità. Ci uniamo alla richiesta che Giorgia Meloni ha formulato al premier Letta di porre la questione in cima all’agenda del vertice di domani a Varsavia e di rendersi disponibile ad incontrare i familiari dei ragazzi».
Alla preoccupazione dei due eurodeputati si aggiunge, ovviamente, quella di Alessandro Coresi, portavoce dei familiari dei ragazzi arrestati a Varsavia:
«Da giorni siamo in Polonia per seguire personalmente cosa sta succedendo ai nostri ragazzi. Vogliamo illustrare al nostro premier la gravissima situazione venutasi a creare dopo gli arresti del 28 novembre e chiedere al Governo un intervento ufficiale netto e risolutivo per riportare a casa immediatamente i nostri figli ingiustamente detenuti in Polonia».
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